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RigeneRare

Hub sull'Economia Circolare delle Materie Prime Critiche e dei Metalli Preziosi

Benvenuti in RigeneRare, Hub sull'economia circolare delle materie prime critiche e dei metalli preziosi che si candida a divenire punto di riferimento a livello nazionale per la promozione e lo sviluppo sostenibile della catena del valore nazionale delle cosiddette “Materie Prime Critiche” (così come definite dal Critical Raw Materials Act) e dei Metalli Preziosi, con l’obiettivo di implementare una strategia per garantirne un approvvigionamento sicuro, diversificato, e sostenibile.

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Il dialogo con le istituzioni

RigeneRare intende sviluppare, attraverso il coinvolgimento dei diversi attori (associativi, industriali, della ricerca) la raccolta, sistematizzazione e la messa a fattor comune di dati ed informazioni inerenti lo stato dell’arte della filiera, così da identificare puntualmente le criticità e le opportunità da portare all’attenzione delle istituzioni per il loro recepimento nel contesto di policy e normativa.

La Commissione Europea ha identificato con il Critical Raw Materials Act una lista di 34 materie prime critiche per l’industria Europea (20 in più rispetto alla rilevazione effettuata nel 2011), in termini di importanza economica e rischio di fornitura, di cui 17 Strategiche, ovvero rilevanti per le tecnologie che supportano la duplice transizione verde e digitale e gli obiettivi della difesa e dell'aerospazio, tra cui Litio, Cobalto, Nichel, Rame e Terre Rare.

In termini di transizione energetica, le stime, considerando il raggiungimento di uno Scenario Net Zero al 2050 prevedono, a livello globale, un incremento di oltre 3 volte la domanda di Cobalto (il 55% per storage elettrico in ambito EV e stazionario), di 10 volte per il Litio (quasi il 90% per storage elettrico in ambito EV e stazionario) di oltre 2 volte per il Neodimio (quasi il 50% per la produzione di magneti permanenti in ambito motori elettrici e generazione eolica).

 

Se ci si focalizza sul perimetro nazionale ed alla domanda in ambito manifatturiero nei settori che più fanno uso di questi elementi, ovvero: fotovoltaico, eolico, batterie, data storage, server e prodotti di elettronica, il fabbisogno di materie prime critiche strategiche è previsto crescere entro il 2040 tra le 5 e le 11 volte in funzione del grado di specializzazione produttiva.

 

In questo scenario, l’Europa è attualmente fortemente dipendente da Paesi terzi (extra-UE) per l’approvvigionamento di questi materiali. La Cina, in particolare, risulta essere il principale fornitore europeo per il 56% delle materie prime critiche, con punte del 100% sulle Terre Rare pesanti e l’85% delle Terre Rare leggere. Il ruolo della Cina sulle materie prime critiche non si basa solamente sulla produzione domestica, ma anche sulla capacità di raffinazione e sugli investimenti in giacimenti minerari in Paesi terzi. Le implicazioni sugli obiettivi al 2030 in ambito transizione energetica sono rilevanti: ad esempio, se la Cina interrompesse la fornitura di Terre Rare all’Europa, da qui al solo 2030 si stima che sarebbero a rischio 241 GW di eolico (47% del totale) e 33,8 milioni di veicoli elettrici (66% del totale), rendendo impossibile il raggiungimento degli obiettivi legati alle linee guida europee.

Oltre alla lista di materie prime classificate come “critiche” vi sono una serie di metalli preziosi, tra cui oro, argento, palladio che risultano strategici per la transizione energetica e tecnologica che giocano un ruolo chiave nelle funzionalità dei dispositivi elettronici che utilizziamo quotidianamente. Questi materiali, noti per le loro proprietà conduttive e la resistenza alla corrosione, sono impiegati in componenti chiave come connettori, circuiti stampati e semiconduttori. Per dare alcune numeriche, i circuiti stampati rappresentano circa il 3-5% in peso sui piccoli prodotti elettrici ed elettronici e secondo stime diffuse dall’ENEA, una tonnellata in media può contenere fino a 130 kg di Rame, 43 kg di stagno, 15 kg di piombo, 350 g di argento e 240 g di oro.

A fronte dell’incremento di fabbisogno di tutti questi elementi esistono dei vincoli all’approvvigionamento. La ripresa dell’attività estrattiva in Europa, in gran parte abbandonata per i minerali metalliferi negli scorsi decenni per motivazioni economico-ambientali, non è immediata. In Italia, nonostante le concessioni vigenti, secondo gli ultimi dati ISPRA, l’estrazione di minerali metallici è sostanzialmente nulla e, con essa, l’estrazione di materie prime critiche e preziose.

D’altro canto, questi elementi hanno pochi materiali sostitutivi, parte dei quali sono a loro volta critici e con performance inferiori.

L’ultima leva su cui agire per una diversificazione degli approvvigionamenti è rappresentata dal riciclo. L’economia circolare si distingue dalle altre soluzioni grazie al fatto che è perseguibile immediatamente, necessita investimenti minori e porta benefici ambientali ed economici, tramite una riduzione delle importazioni, con un contestuale rafforzamento della filiera manifatturiera nazionale asservita (ed annessi benefici in termini economici ed occupazionali).

Il potenziale dell’economia circolare dipende però da due macro-variabili: i volumi disponibili per il riciclo e la capacità impiantistica per il trattamento:

  • Sul tema dei volumi di prodotti a fine vita disponibili, è assodato il trend di crescita previsto nei prossimi anni: a livello italiano lo stock di prodotti riciclabili da qui al 2040 in ambito energetico (eolico, fotovoltaico e batterie) è previsto crescere di oltre 13 volte. Guardando ai RAEE la loro produzione è prevista crescere in media di oltre il 30%5 rispetto ai valori odierni.
  • Con queste stime, al 2040 si stima che il riciclo possa avere una potenzialità di soddisfacimento del fabbisogno italiano di materie prime critiche strategiche fino ad oltre il 30%, allineato con i target fissati dalla Commissione Europea all’interno del Critical Raw Materials Act.

Con il Critical Raw Materials Act l’Unione Europea ha previsto precisi obiettivi al 2030 in merito al ruolo dell’Economia Circolare ed al contributo del soddisfacimento dei fabbisogni europei, ed in particolare:

  • la quota di Critical Raw Materials provenienti da riciclo al 2030 è stata posta al 25% del consumo annuo (rispetto al target del 15% inizialmente previsto dalla Commissione);
  • i tempi per le procedure autorizzative siano unificati a livello europeo con durata complessiva del processo di rilascio dei permessi non superiore ai 15 mesi per i progetti strategici connessi alla lavorazione e riciclo.

 


Nonostante il quadro tracciato e gli obiettivi enunciati si riscontra ad oggi una filiera impiantistica nazionale ancora poco sviluppata, con un contributo del riciclo al soddisfacimento della domanda molto basso in particolare per quegli elementi il cui fabbisogno è previsto crescere più velocemente: < 1% per Boro, Titanio, Terre Rare, Bismuto, Litio, Silicio Metallico e Gallio7.

 

In particolare, si rilevano infatti alcune criticità che riguardano sia l’ambito tecnico che normativo-regolatorio, tra le quali:

  • un tasso di raccolta per i Rifiuti da Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (RAEE) rispetto all’immesso in consumo pari a solo il 34%, ancora lontano dal target europeo e con un trend in decrescita. Su questo influisce sia la scarsa attenzione da parte dei consumatori, sia il fenomeno dei “flussi paralleli”, ossia l’intercettazione dei rifiuti o materiale solo formalmente destinato a riuso, da parte di soggetti non autorizzati che ne dirottano il destino verso lo smaltimento estero (solitamente fuori dall’Unione Europea);
  • tempistiche autorizzative estremamente lunghe, in particolare per impianti a tecnologia innovativa necessari per il recupero di questi elementi;
  • difficoltà nella qualifica End-of-Waste dei prodotti e semilavorati ottenuti dal trattamento a causa, spesso, della mancanza di specifiche norme che ne specifichino caratteristiche target;
  • lo scarso sviluppo di una rete impiantistica a tecnologia innovativa per il recupero di materie prime critiche. Sono ancora poche le aziende che hanno la capacità di completare il riciclo e l’estrazione di questi elementi: la lavorazione si ferma spesso ad una fase intermedia (disassemblaggio), che è solo la preparazione per il riciclo, con flussi di componenti e semilavorati che prendono la strada del trattamento estero (presso grandi impianti di tipo pirometallurgico con un impatto ambientale molto negativo).

 

In questo contesto nasce dunque l’esigenza di una iniziativa che riunisca i diversi attori coinvolti nella filiera che metta a fattor comune criticità ed opportunità riscontrate e ne acceleri lo sviluppo anche in relazione alla strategicità del settore nei prossimi decenni. E che possa indirizzare le politiche di sviluppo industriale nazionale e le relative misure di incentivazione e sostegno al settore.

 


Al fine di realizzare progetti che consentano un recupero di queste materie l’iniziativa guarda con particolare interesse anche al settore industriale orafo in cui sono utilizzate tecnologie di recupero e affinazione dei metalli di interesse, ipotizzando pertanto un trasferimento tecnologico innovativo anche per il recupero delle materie prime critiche strategiche.

 

Un nome facile da ricordare perché in sé compiuto, e al tempo stesso capace di raccontare sia l’oggetto di cui l’Associazione si occupa sia l’impegno stesso, l’azione ultima di «rigenerazione» delle materie critiche, e in senso più lato un «rigenerare» l’ambiente oggi tanto compromesso.

 

La forma base del logo è il quadrato che richiama le caselle della tavola periodica degli elementi: i numeri inseriti corrispondono esattamente a quelli relativi alle terre rare che nello specifico sono 21, 39 e dal 57 al 71.

Le finalità dell'hub RigeneRare

L'attuale panorama industriale è caratterizzato da una crescente dipendenza da questi elementi, essenziali per il funzionamento di molte tecnologie moderne. La finalità dell’hub è quella di creare le condizioni per lo sviluppo di una solida filiera nazionale del riciclo e di utilizzo dei materiali da fine vita, con l’obiettivo di promuovere una stretta collaborazione tra mondo accademico ed industriale oltre a supportare lo sviluppo di una visione strategica, attraverso lo sviluppo di partnership tra soggetti riciclatori e filiere manifatturiere che utilizzano le materie prime seconde, al fine di garantire una sostenibilità di lungo periodo.

 

 

Raccogliere e divulgare dati e informazioni

Dal monitoraggio periodico dello stato dell’arte della filiera in Italia agli attori coinvolti e le progettualità, dalle criticità e le opportune azioni di miglioramento alla raccolta e promozione di best practices tecnologiche e nuovi modelli imprenditoriali

Realizzare studi a carattere scenariale

Analisi sul contributo potenziale dell’Economia Circolare in risposta al fabbisogno di questi elementi e approfondimenti su tematiche definite attraverso gruppi di lavoro trasversali tra i membri dell’hub, con il supporto di università e centri di ricerca

Promuovere il dialogo con le istituzioni

Evidenziare i temi identificati da attori industriali, associativi e della ricerca, e monitorare le fasi di proposta, definizione e approvazione di normative per il settore, oltre a formulare proposte verso le istituzioni italiane ed europee per lo sviluppo della filiera dell’economia circolare

Favorire attività di networking

Incentivare l'incontro tra gli associati anche al fine di promuovere lo sviluppo di partnership industriali e progettualità strategiche.

schema di governance

Governance dell'osservatorio

A indirizzo e supporto delle attività sviluppate dall’Hub è presente un Comitato Direttivo composto dai rappresentati dei Soggetti Promotori, supportato da un Advisory Board composto da personalità accademiche ed istituzionali con expertise sul tema. Le attività operative verranno sviluppate attraverso l’istituzione di appositi Gruppi di Lavoro costituiti dai rappresentati/referenti tecnici indicati dai Soggetti Promotori ed aderenti.

Soggetti promotori

logo gruppo iren
logo assoambiente
logo utilitalia
logo Confindustria
logo confindustria toscana sud

Pubblicazioni 

Position Paper: "Materie prime critiche e produzioni industriali italiane. Le opportunità derivanti dall’economia circolare"

I principali risultati dello Studio realizzato da The European House – Ambrosetti in collaborazione con Iren hanno l’obiettivo di qualificare la centralità delle materie prime critiche per le produzioni industriali europee, mettendo in luce le potenziali criticità legate alla concentrazione delle forniture, e quantificando il fabbisogno attuale e prospettico per l’Italia tramite l’identificazione delle opportunità derivanti dall’economia circolare.

Audizioni parlamentari

Audizione al Senato del Presidente Iren Luca Dal Fabbro

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Audizione alla Camera dei Deputati del Presidente Iren Luca Dal Fabbro

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