La transizione energetica non è solo produrre energia da fonti rinnovabili, ma anche costruire un sistema più efficiente e circolare.
I materiali estratti dai RAEE alimentano lo sviluppo di pannelli fotovoltaici, turbine eoliche, veicoli elettrici e sistemi di accumulo energetico. In questo senso, ogni RAEE recuperato correttamente diventa un tassello del mosaico che conduce a un futuro a basse emissioni e ad alta qualità della vita.
Le stime, considerando il raggiungimento di uno Scenario Net Zero al 2050 prevedono, a livello globale, un incremento di oltre 3 volte la domanda di Cobalto (il 55% per storage elettrico in ambito EV e stazionario), di 10 volte per il Litio (quasi il 90% per storage elettrico in ambito EV e stazionario) di oltre 2 volte per il Neodimio (quasi il 50% per la produzione di magneti permanenti in ambito motori elettrici e generazione eolica).
Se ci si focalizza sul perimetro nazionale e alla domanda in ambito manifatturiero nei settori che più fanno uso di questi elementi, ovvero: fotovoltaico, eolico, batterie, data storage, server e prodotti di elettronica, il fabbisogno di materie prime critiche strategiche è previsto crescere entro il 2040 tra le 5 e le 11 volte in funzione del grado di specializzazione produttiva.
In questo scenario, l’Europa è attualmente fortemente dipendente da Paesi terzi (extra-UE) per l’approvvigionamento di questi materiali. La Cina, in particolare, risulta essere il principale fornitore europeo per il 56% delle materie prime critiche, con punte del 100% sulle Terre Rare pesanti e l’85% delle Terre Rare leggere. Il ruolo della Cina sulle materie prime critiche non si basa solamente sulla produzione domestica, ma anche sulla capacità di raffinazione e sugli investimenti in giacimenti minerari in Paesi terzi. Le implicazioni sugli obiettivi al 2030 in ambito transizione energetica sono rilevanti: ad esempio, se la Cina interrompesse la fornitura di Terre Rare all’Europa, già entro il 2030 si stima che sarebbero a rischio 241 GW di eolico (47% del totale) e 33,8 milioni di veicoli elettrici (66% del totale), rendendo impossibile il raggiungimento degli obiettivi legati alle linee guida europee.