La centrale idrica di Reggio Est raccoglie in sé molteplici funzioni connesse alla corretta conduzione di un importante e complesso sistema acquedottistico. Dei 10.000 metri cubi di capacità di stoccaggio e compenso, 8.000 sono suddivisi in tre vasche uguali seminterrate e 2.000 nel serbatoio pensile con quota di sfioro, a oltre 50 metri sul piano di campagna. La portata è attualmente gestibile in 600 litri/secondo (potenziabile fino a 800 litri/secondo), attraverso un sistema di sollevamento costituito attualmente da sei pompe per 100 litri/secondo ciascuna e prevalenza 55 metri.
Attualmente l'acquedotto di Reggio Emilia è alimentato, per la maggior parte, da acqua prelevata nel campo pozzi di Quercioli, nella conoide del fiume Enza, situato nella fascia pedecollinare a sud-ovest della città, e adottata alla centrale di via Gorizia che riveste dunque funzione di serbatoio d'origine della rete. Dal giugno 2002 è entrato in funzione il nuovo campo pozzi di S.Ilario-Gazzaro ad integrazione della risorsa proveniente da Quercioli a cui è interconesso. La capacità di stoccaggio e compenso dell'acquedotto di Reggio Emilia passa dagli attuali 11.000 metri cubi nelle vasche di via Gorizia a 21.000 metri cubi, pari a circa la metà del consumo medio giornaliero della città.
La centrale idrica non è presidiata ed è completamente automatica. La sua gestione è affidata ad un sistema computerizzato locale che analizza i parametri funzionali della centrale e della rete cittadina, comandando le apparecchiature, per cedere o prelevare l'acqua dalla rete, in modo che resti invariata la pressione dell'utenza. Inoltre, a fronte di qualsiasi evento imprevisto, la gestione può avvenire completamente dalla Sala Teleoperativa della sede di Reggio Emilia, che normalmente controlla tutti i parametri funzionali.
La Centrale idrica, progettata dagli Architetti Bertani e Vezzali di Reggio Emilia, ha meritato la menzione d'onore del Premio Medaglia d'Oro all' Architettura italiana della Triennale di Milano 2003.