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Le 10 Sfide ESG di Iren per il 2025

31 gennaio 2025

In occasione dell'annuale appuntamento con l'ESG Challenge Iren 2025 come Gruppo Iren abbiamo individuato le principali tematiche di sostenibilità su cui agire e nelle quali coinvolgere i nostri stakeholder nel prossimo futuro. Parliamo di sfide EESG, nell’intento di integrare le considerazioni ambientali (E), sociali (S) e di governance (G), insieme fattore sempre più determinante della fattibilità economica (E) delle sfide stesse. Un'economicità pensata per essere valida a livello di sistema ma anche per ogni singolo operatore.

 

Abbiamo identificato 10 temi chiave e le relative sfide, tenendo conto di:

 

  • Le riflessioni sulle sfide elaborate da Iren per il 2024 e la loro evoluzione.
  • Un orizzonte temporale di breve periodo, orientativamente il prossimo anno.
  • La capacità di intervento del Gruppo Iren e del mondo imprenditoriale in generale.
  • La sostenibilità economica e operativa per il Gruppo Iren.

 

Sappiamo che ci sono molte tematiche importanti su cui agire, ma abbiamo scelto di concentrarci su quelle sfide su cui possiamo fare la differenza già nel 2025.

Le sfide sono raggruppate in 4 aree principali:

infografica Iren ESG

 

L’azienda che agisce sul sistema e sul territorio

Diffondere la business ethics

Il tema è stato enfatizzato molto dalle recenti Linee guida Ocse, le quali specificano che sono state immaginate per le imprese multinazionali, ma che valgono per ogni contesto e dimensione. È un fronte in cui l’azienda può impegnarsi direttamente, a cominciare dalla corretta gestione della Intelligenza Artificiale, e può anche essere traino educativo per il sistema. Infatti, la business ethics, per quanto talvolta sottovalutata negli anni recenti, è un elemento cardine della sostenibilità economica di una comunità.

 

LA SFIDA: creare una cultura aziendale improntata su valori positivi e condivisi, che guidi l’impresa e le sue persone in ogni ambito d’azione e verso ogni tipologia di controparte. Rendere questa etica di business una “bandiera” dell’azienda capace di essere d’esempio e di stimolo per tutti i soggetti della comunità in cui l’impesa si muove.

 

Guidare territorio e istituzioni

L’azienda politica è quella consapevole che il proprio ruolo nella polis sarà determinante per la crescita della polis stessa, quindi del proprio business. Quest’anno il concetto di azienda politica si può focalizzare sugli sforzi che l’impresa mette in campo (direttamente o attraverso i suoi testimonial) per spingere il cambiamento sostenibile nel territorio o nelle istituzioni (cambio culturale, di prassi, di norme, di incentivi e tasse) in una prospettiva di breve, medio e lungo termine.

 

LA SFIDA: trasformare la sostenibilità in un fattore competitivo strutturale. A tal fine, agire nella comunità (la polis) perché venga riconosciuto il plus-valore socio-economico degli sforzi Esg, sia da parte del soggetto pubblico (le istituzioni) sia da parte del soggetto privato (il mercato).

Donna che scrive su un foglio "There is no planet b", con disegno del mondo

Gestire l’impatto

La sostenibilità sta rapidamente passando (anche per spinta del regolatore) dal monitoraggio degli output alla gestione degli impatti: valorizzazione di quelli positivi, riduzione di quelli negativi. È un passaggio culturale enorme, all’interno dell’azienda, ma anche nelle sue controparti. Per questo diventa sempre più rilevante il coinvolgimento delle organizzazioni territoriali per pianificare obiettivi di medio e lungo termine.

 

LA SFIDA: costruire (o ri-costruire) un sistema di monitoraggio e intervento sugli impatti, sistema che richiede l’ascolto continuo degli stakeholder chiave (si crea un legame tra specifico stakeholder e specifico impatto).

L'azienda che agisce sulla transizione

Investire in transizione

La questione delle sfide ambientali viene focalizzata sul concetto di “Transizione” da un modello insostenibile a un modello sostenibile. È sempre più chiaro che questo processo ha necessità di presupposti economici, quindi di investimenti con un ritorno. Da qui la capacità di individuare, promuovere e valorizzare gli investimenti in start up o in nuove tecnologie, nonché le partnership con soggetti (di filiera o meno) che offrano sinergie sostenibili.

 

LA SFIDA: saper cogliere le opportunità di investire secondo i fattori EESG. La capacità di cogliere gli aspetti di economicità risulta determinante in uno scenario di trasformazione, in cui l’elemento chiave è la “sostenibilità futura”, anche più di quella odierna.

 

Foglia che nasce dalla terra secca

Farsi carico della just transition

La Transizione, oltre a richiedere investimenti, impone anche impegni di cui si deve fare carico il sistema. Per rendere effettiva la Transizione, infatti, occorre saper individuare e misurare gli impatti degli effetti collaterali generati dalla trasformazione del modello economico. Inoltre, occorre gestire questi impatti, e trovare la soluzione più sostenibile nel medio e lungo periodo a livello di sistema (un esempio è il tema della democrazia energetica).

 

LA SFIDA: riconoscere e gestire gli effetti indesiderati della trasformazione del modello economico, facendosi carico della propria parte di responsabilità, ma agendo soprattutto perché il sostegno alla just transition diventi un impegno strutturale del sistema.

 

L’azienda che fa squadra

Fare squadra con la comunità

L’identità ESG di un’azienda dipende in via progressiva dalla sua capacità di valorizzare e far crescere gli stakeholder della comunità (polis) con cui si interfaccia (i clienti e i cittadini), e da cui dipende la propria licenza di operare. Questo si traduce nella costruzione di una cultura partecipativa capace di ascoltare, ma anche di migliorare la comunità (per esempio, attraverso comitati territoriali).

 

LA SFIDA: Condividere le proprie sfide con la polis e per la polis. L’azienda monitora le ambizioni e integra le forze dei propri stakeholder per il raggiungimento di sfide comuni che valorizzino l’attività d’impresa nell’interesse della comunità. 

Investire sul patrimonio umano

Occorre creare una identità EESG capace di promuovere le nuove competenze di giovani e i talenti, valorizzandone anche le diversità. Giovani e talenti sono gli ambasciatori di oggi, ma, soprattutto, di domani della sostenibilità aziendale. Lo sviluppo di un’azienda dipende dalla capacità di accrescere questo patrimonio. La valorizzazione delle diverse competenze comincia nel momento della selezione e prosegue nella costruzione dei percorsi di coinvolgimento, di carriera e nelle retribuzioni.

 

LA SFIDA: Definire un modello che riconosca e promuova le nuove competenze professionali valorizzando i giovani e i talenti nella loro diversità. Su questo modello, si costruisce il futuro dell’azienda.

 

 

Collaborare con investitori e finanziatori ESG

Investitori e banche hanno un ruolo cruciale nel percorso di transizione del sistema. Le grandi imprese hanno l’opportunità di attivare una comunicazione a due vie con la finanza, quindi di rispondere alle richieste di quest’ultima, ma anche di orientarla negli aspetti più cruciali (materiali) della sostenibilità. Allo stesso modo, cioè con un approccio a due direzioni, possono agire da facilitatore del rapporto tra finanza e pmi, creando una nuova cultura comune.

 

LA SFIDA: trasformare il rapporto con il mondo della finanza in una relazione attiva, grazie alla quale trovare o costruire soluzioni sostenibili dal punto di vista EESG, per l’azienda, per il soggetto finanziario e, non ultimo, per l’intero ecosistema (per esempio, le filiere o i distretti).

 

 

 

L'azienda che agisce su cultura e innovazione

Donna di spalle che guarda un'azienda con fogli in mano

Fare cultura EESG in filiera

La sostenibilità non è più una questione della singola azienda. Le grandi imprese, per essere sostenibili, devono trainare i propri fornitori, anche sviluppando una nuova cultura. Anche le Pmi devono capire che comprendere gli EESG è “il” fattore per lavorare nella value chain. Lo chiede il legislatore europeo. Ma lo chiede soprattutto il mercato.

 

LA SFIDA: creare una cultura EESG di filiera anche attraverso formazione, modelli premianti (selezioni) o sistemi di supporto (commerciale o finanziario), alzando il velo sulle problematiche nascoste nella supply chain.

Sviluppare una AI sostenibile e responsabile

La rivoluzione sostenibile si intreccia con quella tecnologica dell’intelligenza artificiale. Se, da un lato, promette di favorire la misurazione e la diffusione dei dati, dall’altro presenta nuove sfide di sostenibilità. Oltre al fatto che l’Ai comporta costi ambientali e sociali (per quanto non immediatamente visibili), si apre il discorso dei rischi di verifica, di bias ripetuti, di eticità.

 

LA SFIDA: Ppromuovere l’adozione (interna ed esterna all’impresa) di una Responsible Artificial Intelligence (Rai), ovvero un approccio volto ad allineare l’utilizzo dei sistemi di Artificial Intelligence con lo scopo e i valori dell’azienda (purpose and values), o con quelli di sistema. Così da ridurne i rischi, pur sfruttandone le potenzialità, garantendo un impatto aziendale innovativo.

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