Green

Come l'economia circolare elimina l’inquinamento da plastica: il rapporto delle Nazioni Unite

31 luglio 2023

Il 22% della plastica proveniente da prodotti a vita breve oggi non viene raccolto. Due miliardi di persone non hanno o hanno scarso accesso ai servizi di raccolta della plastica. Inoltre, nel mondo esistono più di 11 milioni di enti raccoglitori di plastica che non sono ufficiali. A dirlo è il rapporto “Turning off the tap” delle Nazioni Unite: la quinta Assemblea sull’Ambiente delle Nazioni Unite del marzo 2022 ha portato i 193 Stati membri a una storica decisione, determinare la fine dell’inquinamento da plastica. Per farlo,  è stato stilato il rapporto che implementa i processi dell’economia circolare alla produzione della plastica.

 

La circolarità, infatti, è indicata come valore essenziale è necessario perché l’inquinamento da plastica, la cui dispersione oggi ha conseguenze nocive per la salute umana e per gli ecosistemi del nostro pianeta, finisca definitivamente. Un approccio che il Gruppo Iren, già implementa nelle sue attività: nel suo impianto I.Blu a San Giorgio di Nogaro, ad esempio, le plastiche miste tradizionalmente escluse dal normale percorso di riciclo vengono trasformate in nuova materia prima. Si tratta di un processo virtuoso in linea con le indicazioni fornite nel report “Percorsi verso la plastica circolare” dell’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) e con la strategia delle Nazioni Unite. Ecco cosa prevede.

 

plastica

Circolarità, la strategia da perseguire nel sistema di raccolta e produzione della plastica

 

Lo scenario di azione progettato dalle Nazioni Unite combina la riduzione degli usi più superflui della plastica con una trasformazione del mercato che acceleri tre cambiamenti chiave: Riutilizzare, Riciclare e Riorientare.

 

 

Il rapporto li distingue e spiega in questi termini:

 

  1. Riutilizzare: l’obiettivo è trasformare l’economia “dell’usa e getta” in una società del riutilizzo, perché il mercato del riuso sia più competitivo a livello commerciale di quello della plastica monouso. Le Nazioni Unite si pongono l’obiettivo di ridurre l’inquinamento da plastica del 30% entro il 2040 sostituendo i prodotti più obsoleti e che possono essere facilmente rimpiazzati dal mercato del riuso.
  2. Riciclare: l’intenzione di questo secondo punto è accelerare il mercato del riciclo della plastica, in modo che il riciclo diventi redditizio. Questo secondo obiettivo potrebbe ridurre l’inquinamento da plastica del 20% entro il 2040. Perché sia possibile però c’è bisogno di materie prime e che il mercato dei materiali riciclati diventi competitivo.
  3. Riorientare: in questo terzo punto si legge la volontà di modellare il mercato delle alternative alla plastica perché sorgano soluzioni sostenibili. Sostituire una parte del mercato potrebbe ridurre l’inquinamento da plastica del 17% entro il 2040. Ma in questo caso la strada è ancora lunga perché il mercato dei prodotti alternativi riesce ancora a emergere molto poco rispetto a quello dei prodotti vergini a causa dei costi, della scarsa domanda e della mancanza di regolamentazione.

 

Che cosa comporta cambiare il sistema di produzione della plastica in senso circolare

 

Implementare l’approccio circolare nella produzione di plastica ha diversi scopi: eliminare il consumo di prodotti superflui, evitare gli impatti negativi sugli ecosistemi e sulla salute umana, smaltire in modo sicuro i rifiuti non riutilizzabili. Ma il cambiamento da attuare non può essere pertinente soltanto a specifici ambiti e settori: come indicano le Nazioni Unite, occorre che sia caratterizzato da una visione d’insieme e di sistema. Si tratta dunque di un cambiamento che procede di pari passo con quello di molte altre dimensioni, come le azioni quotidiane e i principi che regolano il nostro modo di vivere e consumare.

 

Ciò significa, nelle previsioni del report, che non si potrà prescindere da azioni simultanee: tutti gli investimenti che guardano al riciclo della plastica dovranno essere abbinati a incentivi per l’utilizzo di plastica riciclata per la produzione e la fabbricazione di prodotti nuovi. Sarà inoltre necessario un metodo di collaborazione internazionale che crei un’economia circolare fiorente a livello globale.   

 

Questo scenario, oltre a essere tecnicamente realizzabile, è anche sostenibile: seguendo le linee guida riportate nel rapporto delle Nazioni Unite, la quantità di inquinamento annuale da plastica potrà essere ridotta dell’80%, garantendo un mondo meno inquinato e un cambio di passo green nelle azioni quotidiane

L'articolo ti è piaciuto?
Iscriviti alla newsletter!

Ricevi mensilmente la newsletter Everyday direttamente su Linkedin: sarai aggiornato sulle ultime novità in tema di innovazione, economia circolare, scenari climatici e sfide legate alla sostenibilità

Potrebbe interessarti

Green
Cambiamento climatico, gli impatti sulla salute sono globali: perché è il momento di invertire la rotta
Gli effetti del clima che cambia hanno un bilancio negativo sulla salute: secondo Lancet, una delle più importanti riviste in campo medico, i cambiamenti climatici hanno la potenzialità di diventare la più grande minaccia del ventunesimo secolo alla salute globale.
Green
Cop 29, gli obiettivi fissati dalla Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici
La Cop29 rappresenta un momento cruciale per affrontare le sfide climatiche: al centro del dibattito una serie di tematiche che riflettono la complessità del cambiamento climatico e delle sue implicazioni per la società, l'economia e l'ambiente.
Green
Contratti climatici, approvati dalla Commissione europea per diverse città italiane: cosa sono e a che servono
I contratti climatici rappresentano una rivoluzione nel modo in cui le città affrontano le sfide ambientali, sociali ed economiche: contribuiscono a migliorare la qualità della vita nelle città e rappresentano un modello replicabile in tutta Europa, in grado di accelerare la transizione verso un futuro più sostenibile e inclusivo.
Green
Materie prime critiche, Iren traccia la road map italiana: con 1,2 miliardi di investimenti ridotta di un terzo la dipendenza dall’estero
L'Italia può ridurre la dipendenza dall'estero per le materie prime critiche di quasi un terzo, generando oltre 6 miliardi di euro di valore aggiunto per la filiera entro il 2040: lo studio.
Rinnovabili
Green jobs, mancano oltre 828mila lavoratori: perché investire nelle professioni verdi
Investire nei green jobs significa contribuire alla sostenibilità del Pianeta, ma anche garantire uno sviluppo economico duraturo e inclusivo. La mancanza di lavoratori in questo settore va colmata anche con la formazione.
Rinnovabili
Acqua potabile, l'85% in Italia deriva da fonti sotterranee: il nostro Paese è tra i 10 più virtuosi
L'Italia eccelle nella gestione dell'acqua potabile grazie a un uso sapiente delle risorse sotterranee. Per mantenere questo primato e fronteggiare le sfide ambientali, sarà essenziale continuare a tutelare e gestire in modo sostenibile le risorse idriche.