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R come rifiuto organico: cos'è e come può essere recuperato

21 dicembre 2022

La raccolta differenziata è diventata un’abitudine imprescindibile del vivere quotidiano e rappresenta una fase fondamentale del ciclo di selezione e riutilizzo dei rifiuti che, grazie al processo di riciclo e valorizzazione, ne prolunga il ciclo di vita trasformandoli in materie prime seconde.

 

I rifiuti organici, ad esempio, opportunamente trattati presentano elevate potenzialità con benefici sia a livello ambientale che economico e sociale: la filiera della raccolta e trasformazione della frazione organica (FORSU) può generare benefici ambientali con la riduzione dei rifiuti da smaltire in discarica e la valorizzazione dei materiali di scarto da cui viene prodotto biogas – importante fonte di energia rinnovabile – e compost di qualità utilizzabile sia come fertilizzante in agrumicoltura che come coadiuvante per riparare suoli degradati.

 

Dal punto di vista economico e sociale, la valorizzazione degli scarti può consentire la creazione di nuovi posti di lavoro poiché, dove sono state organizzate esperienze di compostaggio di comunità, la pratica ha favorito le interazioni e la collaborazione tra i componenti della realtà locale. Lo dimostra l’impegno delle istituzioni europee verso la promozione di progetti che favoriscono l'innovazione dei trattamenti e delle filiere di raccolta e trasformazione di questi rifiuti. Ecco perché è importante conoscere le caratteristiche dei rifiuti organici così da beneficiarne a tutela dell’ambiente e delle persone che lo abitano.

Cosa sono i rifiuti organici e perché è importante differenziarli

La Frazione Organica dei Rifiuti Urbani è la parte costituita da materiali di origine organica dei rifiuti ed è composta da:

 

  • umido, rifiuti organici provenienti dalle cucine e/o dalle mense;
  • rifiuti biodegradabili, provenienti dalla manutenzione di aree verdi pubbliche o private;
  • rifiuti avviati al compostaggio domestico;
  • rifiuti provenienti dai mercati.

 

Per ottimizzarne la valorizzazione è opportuno separarli in maniera meticolosa da ogni altro rifiuto non organico: un’azione che oltre ad avere grande valenza ambientale fa parte di una più ampia strategia, quella della lotta contro gli sprechi.

Gli avanzi di cibo, il cibo avariato, i residui delle preparazioni alimentari incorporano la loro energia intrinseca ma anche grandi quantità di energia utilizzate per produrli, acqua per irrigarli, petrolio e materie prime impiegati per ottenere una parte di prodotto che viene successivamente buttato.

 

Per questi motivi è fondamentale differenziare opportunatamente i rifiuti organici: è questa la fase preliminare ma indispensabile per recuperare gli scarti e valorizzarli attraverso l’applicazione concreta dei principi di economia circolare. Si tratta di un modello di economia che riduce e elimina lo scarto, differenzia le fonti di approvvigionamento di materia e fa vivere più a lungo, massimizzandone il valore d’uso, i prodotti di consumo: un’economia pensata per potersi rigenerare da sola, capace di utilizzare senza sprechi tutto il potenziale contenuto nella materia.

Da rifiuti organici a nuove risorse: le attività del Gruppo Iren

Recuperare gli scarti, reinserendoli nel ciclo produttivo in forma di materia prima seconda, è l’obiettivo che indirizza le attività che si svolgono negli impianti di valorizzazione del rifiuto del Gruppo Iren.

 

Gli scarti organici sono i protagonisti nel biodigestore di Cairo Montenotte e Gavassa dove viene prodotto il biometano, il gas naturale derivante dalla raffinazione e purificazione del biogas prodotto durante la fase di digestione anaerobica dei rifiuti organici e della frazione verde.

 

Lo stesso accade nel biodigestore di Santhià, in cu la produzione di biometano si inserisce in un sistema impiantistico integrato del Gruppo in grado di soddisfare la raccolta della Forsu nella regione Piemonte.

 

Nell’impianto di compostaggio di Mancasale, invece, viene prodotto il cippato di legno: situato vicino all’impianto di depurazione e al centro di raccolta del Gruppo Iren, l’impianto in provincia di Reggio Emilia è autorizzato al recupero di 50.000 t/a di rifiuti non pericolosi “verdi”, ossia sfalci e potature di cui 25.000 da inviare a compostaggio.

 

Nei diversi impianti ogni processo si avvale di tecnologie dedicate, attivando concretamente i vantaggi dell’approccio circolare nella gestione del ciclo dei rifiuti: una priorità a tutela dell’ambiente e del domani sostenibile.

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