La Commissione europea ha deciso di investire sull’idrogeno verde per agevolare il processo di decarbonizzazione. Sono diversi i motivi che hanno portato l’istituzione europea a sceglierlo come strumento vincente. Da un lato, l’idrogeno green rappresenta un’alternativa pulita, efficace e rinnovabile su cui porre le premesse per ripartenza economica sostenibile post-pandemia e, dall’altro, è un vettore essenziale per l’attuazione della transizione ecologica a lungo termine.
L’idrogeno rinnovabile, per le sue proprietà a basso impatto ambientale, permetterebbe di limitare l’incremento della temperatura media globale tenendola, nel rispetto degli obiettivi a lungo termine stabiliti nell'Accordo di Parigi, sotto la soglia di 2 °C. Un traguardo in linea con gli impegni assunti per il raggiungimento entro il 2050 della neutralità climatica: anno in cui si dovrebbe toccare l’equilibrio tra le emissioni di CO2 e l’assorbimento di carbonio.
Ma come la Commissione europea intende investire sull’idrogeno? Attraverso la Strategia europea sull’idrogeno, lanciata nel luglio 2020, con l’ambizione di creare mercati aperti e competitivi per portare l’idrogeno verde in tutti i settori energetici. L’esecutivo lo considera così versatile da valorizzare le sue potenzialità in diversi aspetti: l’idrogeno verde può fungere da materia prima, carburante, accumulatore di energia da impiegare nei trasporti, nei processi industriali e può diventare vettore per la produzione decentralizzata dell’energia.