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Acqua potabile, l'85% in Italia deriva da fonti sotterranee: il nostro Paese è tra i 10 più virtuosi

29 ottobre 2024

Le riserve idriche sotterranee globali sono messe a dura prova dai cambiamenti climatici, dalla crescita della popolazione umana e, ovviamente, dalle attività umane. Globalmente, le falde acquifere stanno scomparendo a un ritmo velocissimo.

 

In questo contesto però l'Italia emerge come una delle nazioni più virtuose nella gestione e nell'approvvigionamento dell'acqua potabile, con l'85% delle risorse idriche destinate al consumo che proviene da fonti sotterranee. Questo dato pone il nostro Paese tra i primi 10 al mondo per l'utilizzo sostenibile delle riserve idriche sotterranee, garantendo acqua di alta qualità a gran parte della popolazione. Questo dato è frutto di una ricerca condotta da The European House-Ambrosetti (Teha) e presentata durante la sesta edizione del Community Valore Acqua per l'Italia, dedicata all’elaborazione di scenari, strategie e politiche sulla gestione della risorsa idrica.

 

acqua

L’alta qualità delle acque sotterranee in Italia

Secondo gli esperti che hanno lavorato allo studio l’acqua proveniente da fonti sotterranee è caratterizzata da una maggiore qualità, perché più protetta. Un fattore che contribuisce a rendere più sicuro l'impatto dell’acqua sulla salute, collocando il nostro Paese tra quelli più virtuosi.

 

L'acqua potabile proveniente dalle falde sotterranee offre benefici significativi per la salute umana, grazie alla sua purezza, alla protezione naturale dai contaminanti e alla presenza di minerali essenziali. Garantire la protezione e la gestione sostenibile di queste risorse è cruciale per mantenere alta la qualità dell'acqua potabile.

 

Le falde acquifere rappresentano un patrimonio essenziale per l'Italia. Queste risorse sono protette dal naturale filtraggio del suolo che le preserva da contaminazioni e garantisce un'ottima qualità dell'acqua destinata al consumo umano. Le principali fonti di acqua potabile si trovano nelle regioni settentrionali, con le Alpi che fungono da serbatoio per molte delle falde più grandi del Paese.

Inoltre, sottolineano gli esperti, l’Italia può contare non soltanto su un’ottima qualità dell’acqua, ma anche su un elevato livello di competenze tecnologiche, un ecosistema della ricerca ambientale all’avanguardia, affiancati a modelli di produzione agricoli sostenibili che promuovono l’utilizzo circolare dell’acqua.

 

Acqua potabile e salute, binomio importante

Sempre secondo lo studio Teha, gli anni di vita in buona salute persi dagli italiani a causa di scarsa igiene e qualità dell'acqua è di 9,4 anni ogni 100mila abitanti contro una media continentale di 16 anni. La Finlandia è l’esempio da seguire con soltanto 5,5 anni ogni 100mila abitanti sottratti a una vita in salute. C’è da notare che dagli anni Novanta ad oggi la situazione è migliorata.

 

In Valle d'Aosta e Umbria la totalità dell'acqua potabile proviene da fonti sotterranee, in Puglia (44,9%), Sardegna (21,6%) e Basilicata (19,2%). Da tenere in considerazione, però, c’è anche lo stato delle infrastrutture per il trattamento delle acque reflue e l'estensione del servizio: purtroppo ancora oggi la gestione efficiente della risorsa idrica fa fatica ad affermarsi ed essere competitiva. Sono 1,3 milioni gli italiani che vivono in 296 Comuni privi del servizio di depurazione, soprattutto in Sicilia dove il 13% dei cittadini non è servito con rischi in termini di disinfezione e di prevenzione delle contaminazioni.

 

La strategia di Iren per la gestione dell’acqua

L’acqua è un bene particolarmente prezioso che viene messo a rischio non solo dalla costante emergenza siccità ma anche dalle perdite della rete idrica nazionale. Il Gruppo Iren investe nella protezione delle risorse idriche attraverso forme non convenzionali di approvvigionamento come per esempio il recupero delle acque reflue urbane. Ne sono un esempio gli investimenti e i target fissati dal Piano industriale al 2030 di Iren:
l’obiettivo indicato è quello di ridurre le perdite idriche dal 29% attuale al 20%. Per farlo, insieme agli altri target stabiliti dal Piano, verranno stanziati 2,1 miliardi di investimenti sostenibili entro il 2030.

Non solo: r gestire in modo ottimale e intelligente le risorse idriche Iren adotta la strategia circular water che si fonda sulla salvaguardia della stessa attraverso il recupero delle acque meteoriche, evitando il prelievo di nuova acqua. Allo stesso tempo punta a rimettere in circolo l’acqua depurata attraverso la valorizzazione dei fanghi di depurazione

 

È quello che avviene nel depuratore di Mancasale, il primo impianto di trattamento terziario avanzato delle acque reflue destinate al riuso a beneficio dell’agricoltura in Emilia Romagna. L’impianto intercetta le acque di scarico del depuratore e le affina a scopo irriguo, a beneficio dell'ambiente e delle aziende agricole limitrofe. Insieme ai 1380 impianti di depurazione un ruolo importante è svolto dagli invasi che permettono di recuperare l’acqua piovana altrimenti perduta. Si tratta di strutture artificiali o naturali destinate all'accumulo e alla conservazione dell'acqua che giocano un ruolo cruciale nella gestione efficace delle risorse idriche. 

 

Nonostante l'Italia si distingua per la sua gestione virtuosa dell'acqua potabile, rimangono delle sfide da affrontare. I cambiamenti climatici, la siccità e l'inquinamento delle acque di superficie pongono una crescente pressione sulle risorse sotterranee. Per garantire un approvvigionamento sostenibile anche in futuro, sarà necessario investire ulteriormente in infrastrutture idriche efficienti, adottare politiche che incentivino il risparmio idrico e la sensibilizzazione dei cittadini sull'importanza di un uso consapevole dell'acqua.

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