Acqua

Solo il 4,6% dei terreni è irrigato con acque reflue depurate: l'innovazione può valorizzare l'acqua verso “l'agricoltura 4.0”

19 novembre 2024

Quando pensiamo all’acqua la immaginiamo principalmente nei suoi usi quotidiani: quella che beviamo, che utilizziamo per lavare le stoviglie o per fare la doccia. Questi impieghi rientrano nella categoria dell’acqua a uso civile. Ma l’acqua è fondamentale anche in molti altri ambiti. Il settore agricolo, ad esempio, è il maggiore consumatore, responsabile del 57% del totale dei prelievi idrici, seguito dagli usi civili (31%) e industriali (12%). Tuttavia, in Italia si fa ancora fatica a promuovere il riuso e il recupero dell’acqua in ambito agricolo, un passo cruciale verso una gestione più sostenibile di questa risorsa.

 

In Italia, solo il 4,6% dei terreni agricoli utilizza acque reflue depurate per l’irrigazione. A questo si aggiunge la poca attenzione nel recupero delle acque piovane. A fornire questi dati è Legambiente - in occasione del sesto Forum Acqua:l’associazione ambientalista ricorda che l’acqua di scarico se opportunamente trattata dai depuratori può creare circa 9 miliardi di m3 all’anno di acqua ricca di nutrienti. In più, Legambiente precisa quanto sia preziosa l’acqua per il nostro Paese che dovrebbe valorizzare la risorsa idrica dandosi degli obiettivi di crescita con un riutilizzo in agricoltura del 20% delle acque reflue depurate entro il 2025, il 35% entro il 2027 e il 50% entro il 2030.

 

Quello che emerge è quanto ancora sia limitata l’adozione di pratiche innovative che mettano al centro le risorse idriche, nonostante la crescente necessità di ottimizzare l’uso dell’acqua, soprattutto a contrasto del cambiamento climatico.

Che cosa sono e a cosa servono le acque reflue depurate

Le acque reflue depurate derivano da un trattamento avanzato delle acque di scarico urbane o industriali, volto a rimuovere impurità e agenti contaminanti. Dopo questa depurazione, l’acqua può essere riutilizzata in diversi settori, compresa l’agricoltura, in sicurezza e nel rispetto degli standard ambientali. Questo approccio si inserisce perfettamente nel modello dell’economia circolare, che punta a trasformare i rifiuti in risorse.

 

Oltre a ridurre il consumo di acqua potabile, l’uso delle acque reflue depurate contribuisce a diminuire la pressione sugli ecosistemi naturali, assicurando una fonte costante e sostenibile per le esigenze agricole. Bisogna sottolineare anche come l’uso di acque reflue depurate possa essere una soluzione nella gestione della siccità e della mancanza d’acqua.

 

L’uso di queste tecniche permette di parlare di “agricoltura 4.0”, un modello che utilizza tecnologie avanzate per ottimizzare le risorse, migliorare la produttività e garantire una maggiore sostenibilità ambientale. Tuttavia, per rendere realtà questo sistema servono infrastrutture e politiche di supporto, così come una maggiore sensibilizzazione tra gli agricoltori riguardo ai vantaggi di queste pratiche.

 

Per diffondere l’uso delle acque reflue depurate è fondamentale che il settore agricolo adotti tecnologie più avanzate, promuova la ricerca e incoraggi il dialogo tra istituzioni e operatori del settore. L’agricoltura 4.0 non è solo una sfida tecnologica, ma un’opportunità per la transizione di un’intera filiera verso una maggiore efficienza e sostenibilità.

impianto in Emilia Romagna per trattamento terziario avanzato delle acque reflue

Il depuratore di Mancasale, esempio virtuoso nel trattamento delle acque reflue

Un esempio virtuoso in Italia è rappresentato dal lavoro di Iren con il depuratore di Mancasale, situato in provincia di Reggio Emilia, il primo impianto in Emilia Romagna per trattamento terziario avanzato delle acque reflue destinate al riuso a beneficio dell’agricoltura.

 

Questo impianto è un modello innovativo di recupero e riutilizzo delle acque reflue: attraverso processi di trattamento all’avanguardia, il depuratore trasforma le acque reflue in una risorsa preziosa per l’irrigazione agricola, fornendo ogni anno milioni di metri cubi di acqua depurata alle aziende agricole della zona.

L’obiettivo primario dell’impianto di Mancasale è depurare l’acqua reflua a scopo irriguo, riducendo le emissioni di CO2 e prelievi idrici da altre fonti. Ogni anno a Mancasale vengono trattati circa 19 milioni di m3 di acque di cui 5,5 milioni di m3 sono recuperati e destinati all’agricoltura durante il periodo estivo in cui vi è una maggiore richiesta irrigua. Il ciclo completo di trattamento richiede in media 24 ore.


L’impegno di Iren rappresenta un esempio concreto di come l’innovazione tecnologica e l’attenzione alla sostenibilità possano rispondere a sfide globali come quella della scarsità idrica.

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