La biodiversità è il cuore pulsante della vita sulla Terra. È la ricchezza di specie, habitat ed ecosistemi che sostiene il nostro benessere, alimenta le economie e garantisce la resilienza della natura. Tuttavia, il Pianeta sta affrontando una crisi senza precedenti: un milione di specie è minacciato dall’ estinzione, e l’impoverimento degli ecosistemi sta mettendo a rischio la sostenibilità globale. Questo è il contesto in cui si è svolta la Cop16, organizzata dalle Nazioni Unite a Cali, in Colombia, dal 21 ottobre al 1° novembre 2024. L’evento è stato definito dall’ONU stessa come “un impegno per la pace con la Natura”, puntando sull’accelerazione della pianificazione territoriale come processo partecipativo, sulla tutela dei difensori dell’ambiente e sul rapporto tra ripristino ecologico e sviluppo economico.
La Cop16 si inserisce nel solco tracciato dalla Cop15 del 2022, quando 196 governi approvarono il Global Biodiversity Framework. Questo accordo globale mira a invertire la perdita di biodiversità entro il 2050, con obiettivi chiave per il 2030, tra cui la conservazione del 30% delle terre e degli oceani del mondo, la riduzione dell’inquinamento e l’uso sostenibile delle risorse naturali.
Gli obiettivi per la biodiversità sono indissolubilmente legati a quelli della transizione ecologica: entrambi non solo contribuiscono al benessere umano, ma rappresentano anche una leva per lo sviluppo economico globale. Proteggere la biodiversità non significa solo salvare un milione di specie a rischio di estinzione, ma anche combattere la povertà e garantire le condizioni per raggiungere gli obiettivi di sviluppo sostenibile.