L’utilizzo responsabile dell’intelligenza artificiale è tra le 12 sfide che il Gruppo Iren ha stabilito per il 2024 e, in particolare, rientra nel quarto gruppo di obiettivi che puntano a stabilire le “best practice” che ogni impresa deve compiere rispetto all’innovazione, considerata vettore fondamentale di una nuova e diffusa mentalità green.
Come evidenziato dal rapporto di Ai for the Planet Alliance, infatti, nessun addetto ai lavori può negare il potenziale di cambiamento che l’Intelligenza artificiale può portare. Allo stesso tempo ci sono ancora molti passi avanti che vanno compiuti perché l’Ai possa essere pienamente accessibile per le aziende: in particolare serve una formazione sulle competenze scientifiche utili per saperla usare, così da colmare la generale scarsa confidenza con gli strumenti più avanzati a livello tecnologico.
L’accelerazione tecnologica, infatti, sta amplificando l’utilizzo della intelligenza artificiale (Ai). Per molteplici attività aziendali, per la gestione dei flussi informativi ESG e la valutazione della sostenibilità di imprese e sistemi di business. Questo massiccio utilizzo dell’Ai comporta costi ambientali e sociali (per quanto non immediatamente visibili) e apre il discorso dei rischi di verifica, di bias ripetuti, di eticità: Iren promuove l’adozione di una Responsible Artificial Intelligence che faccia combaciare i sistemi di Ai con lo scopo e i valori dell’azienda. La sfida, dunque, è promuovere l’adozione (interna ed esterna all’impresa) di una Responsible Artificial Intelligence (Rai), ovvero un approccio volto ad allineare l’utilizzo dei sistemi di Artificial Intelligence con lo scopo e i valori dell’azienda (purpose and values), o con quelli di sistema. Così da ridurne i rischi, pur sfruttandone le potenzialità, garantendo un impatto aziendale innovativo.