Acqua

P come Perdite idriche: che cosa sono, come contrastarle e l'esempio virtuoso di Iren

4 marzo 2025
  • Le perdite idriche rappresentano una delle principali sfide nella gestione delle risorse idriche, con una media nazionale che supera il 42%. L’acqua che non raggiunge gli utenti finali comporta un impatto ambientale ed economico significativo, rendendo necessarie misure di efficientamento delle infrastrutture.

  • Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede interventi per la riduzione delle perdite idriche, il miglioramento della rete e il potenziamento degli impianti di depurazione, con l’obiettivo di garantire un uso più sostenibile delle risorse idriche.

  • Iren ha implementato strategie avanzate per il monitoraggio delle perdite attraverso tecnologie di prelocalizzazione acustica e gestione intelligente della rete. Grazie a questi strumenti, il Gruppo mantiene le proprie perdite idriche sotto la media nazionale, con un modello innovativo basato sul concetto di "circular water".

  • Il Piano Industriale 2024-2030 di Iren destina investimenti significativi al miglioramento dell’efficienza delle reti idriche, con l’obiettivo di ridurre le perdite dal 33% al 20% entro il 2030, rafforzando la resilienza e la sostenibilità delle infrastrutture idriche.

Tutelare la risorsa idrica a partire dall’adeguamento delle infrastrutture: le perdite idriche rappresentano una delle principali sfide nella gestione delle risorse idriche a livello globale. In Italia, con una media nazionale di perdite che supera il 42% (dati Agenzia europea per l’Ambiente), il settore necessita particolarmente di interventi e misure migliorative: il Gruppo ha implementato strategie efficaci per ridurre le perdite idriche e promuovere un modello di gestione sostenibile attraverso il concetto di "circular water". Ecco cosa prevede.

Le perdite idriche, cosa sono e come si riconoscono

Le perdite idriche nelle reti di distribuzione rappresentano il volume d'acqua che, pur essendo immesso nel sistema, non raggiunge gli utenti finali a causa di vari fattori. Queste perdite possono essere classificate in due categorie principali:​

 

  • Perdite reali: dovute a rotture, sfilamenti dei giunti, corrosione delle tubazioni e sfioro nei serbatoi.​
  • Perdite apparenti: legate a errori di misurazione, guasti dei contatori, consumi non autorizzati e altri volumi tecnici non contabilizzati, come il vuotamento e il riempimento di vasche e serbatoi.​

 

Secondo i dati Istat del 2022, in Italia il volume di acqua prelevata per uso potabile è stato pari a 9,14 miliardi di metri cubi. Tuttavia, una parte significativa di questa quantità non è giunta agli utenti finali a causa delle perdite lungo la rete di distribuzione. In alcune regioni, le perdite raggiungono percentuali allarmanti: ad esempio, a Potenza si registra una dispersione del 71%, la più alta in Italia.

 

Il Gruppo Iren si distingue come esempio virtuoso: nel 2023 l’Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente (ARERA) ha confermato l’ottima performance delle società del Gruppo Iren coinvolte nella gestione del servizio idrico integrato, attestandole tra i migliori operatori a livello nazionale per le performance di qualità tecnica conseguite nel biennio 2020-2021. La percentuale di perdite di rete si attesta al 31,1% (30,4% nei territori storici), registrando una riduzione rispetto al 2022 (31,3%), con livelli decisamente inferiori alla media nazionale del 41,2%.

Le cause delle perdite idriche e il loro impatto

Le cause delle perdite idriche sono molteplici e possono variare in base alle specificità territoriali e alle condizioni delle infrastrutture. Tra le principali si annoverano:​

 

  • Vetustà delle infrastrutture: molte reti idriche italiane sono state realizzate diversi decenni fa e necessitano di interventi di ammodernamento.​
  • Mancanza di manutenzione: la scarsa o inefficace manutenzione può portare a un deterioramento accelerato delle infrastrutture.​
  • Errori di gestione: pratiche gestionali inadeguate possono contribuire all'aumento delle perdite, come una scarsa regolazione delle pressioni o una gestione inefficiente delle risorse.​
  • Fattori ambientali: eventi sismici, variazioni climatiche e condizioni del terreno possono influire sull'integrità delle reti idriche.​

 

Le perdite idriche hanno un impatto significativo sia dal punto di vista ambientale che economico. In primis comportano un elevato spreco di risorse: l'acqua prelevata dalle fonti naturali che non raggiunge gli utenti rappresenta uno spreco di una risorsa preziosa, soprattutto in un contesto di cambiamenti climatici e siccità crescente. Gli svantaggi delle perdite idriche, oltre che sull’ambiente, pesano sull’economia: le perdite comportano costi aggiuntivi per i gestori del servizio idrico, che devono compensare le inefficienze con maggiori prelievi e trattamenti.​ Inoltre, a pagarne le conseguenze, c’è anche la qualità del servizio di fornitura: le perdite possono causare interruzioni nel servizio, riduzione della pressione e potenziali contaminazioni, compromettendo la qualità dell'acqua fornita.​

Il contesto normativo e gli obiettivi nazionali

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) dell'Italia dedica una parte significativa delle risorse alla tutela del territorio e della risorsa idrica. In particolare, la misura M2C4 “Tutela del territorio e della risorsa idrica” prevede investimenti per:​

 

  • Riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione: l'obiettivo è diminuire le perdite di acqua potabile del 15% attraverso la modernizzazione delle infrastrutture e l'adozione di tecnologie di monitoraggio avanzate.​
  • Efficientamento delle infrastrutture idriche primarie: interventi su invasi e acquedotti per garantire la sicurezza dell'approvvigionamento idrico in tutti i settori.​
  • Resilienza dell'agrosistema irriguo: miglioramento dell'efficienza nei sistemi di irrigazione e promozione di approvvigionamenti idrici non convenzionali.​
  • Miglioramento dei sistemi di fognatura e depurazione: potenziamento delle reti fognarie e degli impianti di depurazione per raggiungere gli standard europei, soprattutto nelle regioni meridionali.​

 

Questi interventi mirano a garantire una gestione sostenibile e resiliente delle risorse idriche, in linea con gli obiettivi europei di sostenibilità ambientale.​

Tecnico con casco e giubbotto ad alta visibilità che lavora su un sistema di tubature blu in un impianto idrico.

Ridurre le perdite nel modello "circular water", l’esempio di Iren

Il Gruppo Iren ha consolidato un’esperienza decennale nel campo della ricerca sistematica e del controllo delle perdite sulle reti idriche. Le procedure prevedono due fasi: una prima presa di conoscenza della rete e delle infrastrutture, mediante l’attività di ricognizione rete e una successiva creazione di un modello calibrato del sistema idrico, per l'individuazione dei distretti più idonei. All’interno dei distretti individuati viene effettuata l’analisi dei consumi e l’esatta localizzazione delle perdite attraverso sistemi elettroacustici e correlativi. I sistemi di prelocalizzazione acustica computerizzata utilizzati consentono il monitoraggio e la registrazione dei rumori provocati dalle perdite: questi vengono trasmessi via radio a un palmare centrale che consente l’individuazione delle zone critiche.

L’intervento tempestivo e preventivo sulle perdite idriche si inserisce nella strategia innovativa del Gruppo nella gestione delle risorse idriche, basata sul concetto di "circular water". Questo modello si fonda sulla salvaguardia della risorsa attraverso il recupero delle acque meteoriche, evitando il prelievo di nuova acqua. Inoltre, punta a rimettere in circolo l'acqua depurata attraverso le attività economiche, come la valorizzazione dei fanghi di depurazione. Un esempio concreto di questa strategia è il depuratore di Mancasale, il primo impianto di riuso delle acque in Emilia Romagna. Questo impianto tratta le acque reflue per renderle idonee all'uso in agricoltura, riducendo la necessità di prelievi da fonti naturali e contribuendo alla sostenibilità del settore agricolo.​

 

Come accade nel territorio emiliano, in quello ligure il depuratore di Rapallo è un’altra testimonianza virtuosa sul recupero dell’acqua: l’impianto raccoglie le acque reflue dei comuni di Rapallo e Zoagli ed è stato progettato per un funzionamento modulare e flessibile che permette di gestire fino a un massimo di 90.000 abitanti equivalenti e una portata di 1800 mc/ora. Anche Genova, con il nuovo Depuratore Area Centrale (DAC) a Cornigliano, con Iren fa un ulteriore passo avanti nella tutela della risorsa idrica.

Gli interventi del Piano Industriale di Iren per la riduzione delle perdite idriche

Il Piano Industriale 2024-2030 del Gruppo Iren prevede investimenti significativi per migliorare l'efficienza delle reti idriche e ridurre le perdite. Il piano d’investimenti, su un totale di 8,2 miliardi di euro nei prossimi 7 anni, prevede 2,8 miliardi di euro volti a incrementare l’efficienza e la qualità dei servizi, che raggiungerà 4,5 miliardi di euro nel 2030.

 

Il 58% degli investimenti destinati alle reti è indirizzato al servizio idrico integrato, per il potenziamento e l’incremento della resilienza della rete, lo sviluppo degli impianti di depurazione e il miglioramento della qualità del servizio.

 

L’obiettivo del Gruppo è quello di passare dal 33% al 20% di perdite idriche al 2030 sull’intero territorio gestito da Iren. Questi importanti finanziamenti destinati alla cosiddetta “distrettualizzazione” delle reti permetteranno di individuare i distretti in dispersione e di intervenire su quelli a maggior criticità: un’azione necessaria per consolidare la gestione integrata della risorsa idrica.

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