Le acque reflue si dividono in tre categorie: domestiche, ovvero le acque reflue provenienti da insediamenti di tipo residenziale e da servizi derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e da attività domestiche; industriali, qualsiasi tipo di acque reflue scaricate da edifici o impianti in cui si svolgono attività commerciali o industriali; urbane, acque reflue derivanti dalla combinazione di acque reflue domestiche, industriali o meteoriche convogliate in reti fognarie.
La raccolta di queste acque può avvenire in diversi modi:
- fognature: le reti fognarie al servizio degli agglomerati, ovvero l’area in cui la popolazione vive e produce;
- acque superficiali: si tratta di quelle presenti sulla superficie terrestre, come i fossati stradali, i cavi e i canali, i torrenti, i corpi idrici artificiali, i fiumi, i laghi e il mare;
- il suolo e gli strati superficiali del sottosuolo: ossia la superficie terrestre incolta, agricola o urbana;
- acque sotterranee e sottosuolo: si tratta delle falde idriche sotterranee.
Le acque reflue non possono essere rilasciate in natura senza un preventivo processo di depurazione: per evitare l’inquinamento delle falde acquifere, infatti, è necessario rimuovere le sostanze contaminanti e dannose per l’ambiente contenute nelle diverse tipologie di acque reflue. A questo obiettivo risponde il processo di trattamento e recupero.