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Acque reflue, risorsa per l'agricoltura: come funziona l'impianto di depurazione di Mancasale

31 gennaio 2023

Le acque reflue costituiscono un’importante risorsa e per poterne usufruire è necessario effettuarne il recupero che avviene attraverso un trattamento fatto all’interno di impianti di depurazione specializzati.

 

Con il termine “trattamento”, infatti, ci si riferisce al processo di rimozione delle sostanze contaminanti dall’acqua reflua di origine urbana o industriale, contaminata da inquinanti organici e inorganici: ecco di cosa si tratta e come funziona.

 

Che cosa sono le acque reflue

Le acque reflue si dividono in tre categorie: domestiche, ovvero le acque reflue provenienti da insediamenti di tipo residenziale e da servizi derivanti prevalentemente dal metabolismo umano e da attività domestiche; industriali, qualsiasi tipo di acque reflue scaricate da edifici o impianti in cui si svolgono attività commerciali o industriali; urbane, acque reflue derivanti dalla combinazione di acque reflue domestiche, industriali o meteoriche convogliate in reti fognarie.

 

La raccolta di queste acque può avvenire in diversi modi:
 

  • fognature: le reti fognarie al servizio degli agglomerati, ovvero l’area in cui la popolazione vive e produce;
  • acque superficiali: si tratta di quelle presenti sulla superficie terrestre, come i fossati stradali, i cavi e i canali, i torrenti, i corpi idrici artificiali, i fiumi, i laghi e il mare;
  • il suolo e gli strati superficiali del sottosuolo: ossia la superficie terrestre incolta, agricola o urbana;
  • acque sotterranee e sottosuolo: si tratta delle falde idriche sotterranee.

 

Le acque reflue non possono essere rilasciate in natura senza un preventivo processo di depurazione: per evitare l’inquinamento delle falde acquifere, infatti, è necessario rimuovere le sostanze contaminanti e dannose per l’ambiente contenute nelle diverse tipologie di acque reflue. A questo obiettivo risponde il processo di trattamento e recupero.

 

Come funziona il processo di trattamento e recupero

Gli impianti di depurazione per il trattamento delle acque reflue prevedono due linee di lavorazione: una dedicata alle acque reflue e un’altra ai fanghi.

 

Per quanto riguarda la depurazione, con la quale si trattano i liquami grezzi provenienti dalle fognature, si procede in tre fasi: si parte da una rimozione grossolana dei rifiuti solidi. Via via si procede con gradi di purificazione sempre maggiori; passando da metodi meccanici a sofisticate tecnologie chimiche e biologiche al fine di rimuovere le sostanze che si sciolgono nell’acqua.

Come funziona il depuratore Iren di Mancasale

Iren, con la società associata Iren Acqua, si occupa di gestire il ciclo integrato dell'acqua e l'impianto di Mancasale (Reggio Emilia) dedicato alla depurazione dell'acqua e rappresenta il primo impianto in Emilia Romagna per trattamento terziario avanzato delle acque reflue destinate al riuso a beneficio dell’agricoltura.

 

L’impianto di Mancasale intercetta le acque di scarico del depuratore e le affina a scopo irriguo, a beneficio dell'ambiente e delle aziende agricole limitrofe: una risposta concreta all’emergenza siccità che soprattutto durante l’estate 2022 ha colpito l’Italia.

L’area occupata dall’impianto si inserisce in un più vasto perimetro di circa 300mila m2. Ogni anno a Mancasale vengono trattati circa 19 milioni di m3 di acque di cui 5,5 milioni di m3 sono recuperati e destinati all’agricoltura durante il periodo estivo in cui vi è una maggiore richiesta irrigua. Il ciclo completo di trattamento richiede in media 24 ore.

 

L’obiettivo primario dell’impianto di Mancasale è depurare l’acqua reflua a scopo irriguo, riducendo le emissioni di CO2 e  i prelievi idrici da altre fonti.

 

Riutilizzo delle acque reflue, una priorità europea

Il riutilizzo delle acque reflue che muove le attività dell’impianto di Mancasale è uno degli strumenti per attuare una gestione razionale e sostenibile delle risorse idriche. Le acque reflue recuperate possono essere riutilizzate sia nel comparto civile per applicazioni di tipo urbano e ricreativo - che nel produttivo per impieghi di tipo agricolo e industriale. Una priorità da perseguire nella situazione attuale: in Italia circa il 60% dell’acqua è utilizzato in agricoltura, il 25% è utilizzato dal settore energetico e industriale, mentre il 15% è destinato agli usi domestici.

 

Cambiamenti climatici e siccità hanno spinto negli ultimi anni l’Unione europea ad adottare il regolamento 2020/741 sul riutilizzo dell’acqua: la Commissione europea ha pubblicato ad agosto 2022 le linee guida per aiutare gli stati membri e le parti interessate ad applicare le norme sul riutilizzo sicuro delle acque reflue urbane trattate per l’irrigazione agricola, secondo le prescrizioni del Regolamento 2020/741 (entrerà in vigore da giugno 2023) che stabilisce prescrizioni minime in materia di qualità, gestione dei rischi e monitoraggio delle acque affinché il loro riutilizzo sia sicuro.

 

Ogni anno l’impianto di Mancasale consente di distribuire circa 6 miliardi di litri d’acqua evitando o riducendo significativamente il prelievo dal fiume Po durante la stagione estiva: dati in linea con gli obiettivi europei a conferma dalla necessità sempre più impellente di implementare e ampliare la gestione virtuosa delle risorse idriche.

 

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