Una nuova Relazione Generale del CONAI elogia la capacità di riciclo dell’Italia. Il Consorzio Nazionale Imballaggi sottolinea che nel 2022 è stato riciclato il 71,5% dei rifiuti di imballaggio. “Un risultato che dimostra come l’industria del riciclo italiana funzioni e si imponga per efficacia ed efficienza”, ha commentato nella nota rilasciata dall’ente il suo Presidente, Ignazio Capuano. Un risultato che peraltro è anche una riconferma, visto che, sempre secondo Capuano, “le quantità di materia riciclata e quelle di immesso al consumo si mantengono sostanzialmente stabili rispetto al 2021”.
La percentuale molto alta è anche garanzia di un modello che, dicono dal CONAI, “continua a fare scuola in Europa”, nonostante il nuovo procedimento di calcolo rispetto ai materiali riciclati inaugurato per l’anno 2022 sia più restrittivo. Esso, infatti, adotta la metodologia prevista dall’Unione Europea (2019/655) e sposta il punto di misurazione dei quantitativi riciclati al termine del processo, eliminando alcuni scarti - soprattutto legati al trattamento delle plastiche - che prima venivano compresi nel calcolo.
Quel 71,5% di riciclo registrato dall’Italia, perciò, porta il nostro Paese a essere fra i nove che la Commissione Europea considera raggiungeranno con ogni probabilità gli obiettivi delle Direttive sui rifiuti previste dall’UE per il 2025 e il 2030. La formula con cui la Commissione descrive i nove Paesi è “non a rischio” e indica quegli Stati membri che con un trend positivo si dirigono verso le percentuali minime stilate dall’Unione: riciclare almeno il 65% di imballaggi l’anno entro il 2025 e riciclarne non meno del 70% entro il 2030. Siamo già oltre la soglia.