Acqua

Il 62% degli italiani auspica una transizione ecologica incisiva

23 luglio 2024

È immediatamente necessario un intervento in grado di combattere il riscaldamento globale: a pensarlo è il 62% gli italiani. Si tratta di una convinzione diffusa che mette insieme una grande fetta di maggioranza della popolazione del nostro Paese e che è stata fotografata dall’indagine: The Heart for All Survey 2024. Quest’ultima, condotta da Earth4All, Global Commons Alliance e IPSOS ha scandagliato le 20 più grandi economie del mondo, coinvolgendo più di 22 mila persone, del Nord e del Sud globale.

 

L’attenzione dei cittadini italiani alla transizione energetica e al cambiamento climatico testimonia l’orientamento del Paese verso misure che favoriscano la sostenibilità e promuovano un’economia di tipo circolare. Una realtà che non mette ancora del tutto d’accordo i governi europei. Nonostante questo, la percentuale favorevole italiana – pur ammontando al 62% - resta più bassa rispetto ad altri Paesi del Sud del mondo come Messico (91%) e Brasile (81%). Ma anche Francia (73%) e Germania (66%).

reti

Transizione ecologica, il 62% degli italiani la auspica: ma c’è preoccupazione sul futuro

A fine gennaio 2024 l’Agenzia Europea dell’Ambiente aveva già allertato sugli impatti gravi di cui il Sud d’Europa avrebbe risentito senza l’accelerazione verso una transizione ecologica giusta. In particolare, l’EEA si era concentrata sugli effetti dell’inquinamento atmosferico causato dalle grandi industrie europee, che continuano a provocare “danni significativi all'ambiente, al clima e alla salute delle persone”. Questo allarme, però, non ha ancora raggiunto una parte dell’opinione pubblica italiana, nonostante in quel 62% siano presenti indistintamente diversi gruppi di età, reddito e genere. 

Quello che pesa nel giudizio degli italiani e delle italiane è proprio la loro condizione attuale e la sfiducia nella politica. Lo stesso report registra che solo il 25% dei cittadini ha fiducia nel fatto che il governo porti avanti delle azioni concrete che vadano a beneficio della maggioranza delle persone. Sullo scarso ottimismo pesano le conseguenze di quella crisi climatica a cui, sempre secondo i pareri della popolazione, ci si sta dedicando troppo poco. Eppure, in altri Paesi del Sud globale, come Sud Africa o Messico, la maggioranza delle persone è più ottimista sul proprio futuro rispetto agli italiani. Un dettaglio di consapevolezza pone l’accento sul problema delle disuguaglianze molto sentito in Italia: ben il 61% crede che ce ne siano troppe. A confermarlo c’è ISTAT, che dichiara che, nel 2023, 5,7 milioni di italiani vivevano in condizioni di povertà assoluta. 

Economia circolare per creare benessere sociale, ambientale ed economico

La sfiducia registrata sulle politiche ambientali, tuttavia, non paralizza l’obiettivo di costruire il domani sostenibile giorno per giorno. Come? Mettendo al centro il benessere delle persone: il 64% dei cittadini vorrebbe un sistema economico che dia priorità al benessere piuttosto che al profitto. Per la maggior parte degli italiani e delle italiane il benessere della persona non corrisponde alla ricchezza economica ma a una qualità di vita alta: un mondo meno inquinato, più verde, in cui si disponga di più tempo libero e che sia dedicato agli affetti e alla comunità.

 

Per far sì che sia possibile, a partire dalla redistribuzione delle risorse, gli italiani propongono soluzioni precise: il 71% sostiene misure fiscali che tassino l’emissione di gas climalteranti come strumento di redistribuzione di ricchezza.

 

Il rapporto, quindi, mostra chiaramente una realtà in cui la maggioranza della popolazione crede e vuole riforme che guardano al futuro e al benessere delle nuove generazioni. Dalla protezione ambientale alla tutela di nuovi diritti. L’Italia perciò è un Paese che non si tira indietro sulla transizione ecologica, soprattutto mettendo il benessere delle persone al centro: per superare le disuguaglianze e combattere le crisi dovute ai cambiamenti climatici, dicono gli italiani, siamo nel decennio giusto. Ma questa è una prospettiva che, come emerge dall’indagine, solo un’economia davvero circolare e sostenibile potrà garantire. 

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