Da circa vent’anni l’India impiega questa tecnica e ha pavimentato oltre 100mila chilometri di strade con asfalti di questo tipo. Bangalore è la città pioniera in cui sono stati realizzati con questo metodo 3.000 chilometri di strade, utilizzando 15.000 tonnellate di rifiuti di plastica.
Sulla stessa scia è nato in Olanda PlasticRoad, un progetto attivo dal 2015. Caratteristica peculiare di PlasticRoad è una cavità interna, sotto il manto autostradale, con il compito di immagazzinare l’acqua piovana.
A Edimburgo, l’azienda MacRebur ha testato un asfalto realizzato con rifiuti plastici domestici, commerciali e derivati dalle attività agricole e a Londra sono state utilizzate circa 500.000 bottiglie di plastica per la realizzazione dell’asfalto.
Anche in America e Sudafrica si sperimenta in questo ambito e si cercano soluzioni al grande inquinamento da rifiuti di plastica e si guarda all’utilizzo di questo materiale per costruire strade come a un’alternativa possibile che può innescare diversi benefici.
In Italia l’azienda Mapei ha utilizzato la plastica riciclata per pavimentare alcuni aeroporti, tra cui il Marco Polo di Venezia. Anche in questo caso, grazie alla collaborazione con il Politecnico di Milano, sono state analizzate alcune importanti caratteristiche di questi nuovi asfalti, come la resistenza migliore a calore e basse temperature oltre che ai raggi ultravioletti, constatando nel tempo una netta diminuzione della formazione di pericolose buche e contribuendo, oltre a una sostenibilità maggiore, anche a una diminuzione dei rischi a favore della sicurezza stradale. Dal contesto internazionale a quello italiano, la plastica riciclata per nuove strade arriva anche in Italia con Iren e Mapei che hanno allargato la sperimentazione anche nella regione Emilia-Romagna.