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Transizione 5.0, che cos'è e cosa prevede il piano di investimenti per l'innovazione

30 luglio 2024

Il Piano Transizione 5.0 rappresenta un importante passo avanti nel percorso di innovazione, trasformazione digitale e sostenibilità per le imprese italiane: è un piano governativo finanziato dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) con 6,3 miliardi di euro che mira a supportare le aziende nella loro evoluzione digitale e verde - offrendo una serie di incentivi sotto forma di credito d’imposta per nuovi investimenti realizzati negli anni 2024 e 2025 presso le strutture produttive sul territorio italiano - con progetti di innovazione che permettano la riduzione dei consumi energetici.

 

Il Piano Transizione 5.0 istituisce misure significative per le imprese, finalizzate a incentivare l’efficientamento dei processi produttivi e l’incremento della sostenibilità e della digitalizzazione, mediante acquisto di macchinari appartenenti alla categoria di industria 4.0, software per il monitoraggio dei consumi, beni nuovi strumentali per la produzione da fonti energetiche rinnovabili, formazione del personale. Ad accedere ai crediti d’imposta possono essere tutte le imprese di qualsiasi dimensione, forma giuridica, settore e localizzazione geografica sul territorio italiano. 

 

Lo stanziamento di 6,3 miliardi di euro da parte del Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT) è così suddiviso:

  • beni materiali e immateriali: 3,78 miliardi di euro;
  • autoproduzione e autoconsumo da fonti di energia rinnovabile: 1,89 miliardi di euro;
  • formazione: 630.000 euro.
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Quali sono gli obiettivi del Piano Transizione 5.0

Il Piano Transizione 5.0 prevede l’incremento dell’efficienza energetica e dell’autoproduzione di energia rinnovabile nelle imprese, per conseguire un risparmio cumulativo di 0,4 Mtep (Megatep, ovvero milioni di tonnellate equivalenti di petrolio) nei consumi energetici nel periodo 2024-2026. Inoltre,  un ulteriore obiettivo chiave del Piano è la digitalizzazione delle imprese attraverso l’adozione di tecnologie innovative, come la robotica avanzata, l’intelligenza artificiale, l’Internet of Things, la stampa 3D e il cloud computing. Queste trasformazioni, necessarie e non più procrastinabili per la situazione attuale (energetica, ambientale) globale, dovranno contribuire a rendere più competitive le imprese italiane sui mercati internazionali.

Condividere invece che produrre beni in eccesso rappresenta una risposta efficace e innovativa alle sfide della sostenibilità ambientale. Attraverso la condivisione e il riuso, infatti, questo modello economico non solo riduce l'impatto ambientale ma ottimizza l'uso delle risorse e promuove la conservazione dei beni e riduce i rifiuti. Adottare e sostenere la sharing economy può quindi contribuire in modo significativo a costruire un futuro più sostenibile e resiliente.

Come funziona il Piano Transizione 5.0 e quali sono gli interventi agevolabili

I progetti di innovazione ammissibili dovranno essere avviati a partire dal 1° gennaio 2024 e completati entro il 31 dicembre 2025. Il credito d’imposta compete in relazione agli investimenti in beni strumentali materiali e immateriali nuovi, strumentali all’esercizio d’impresa di cui agli allegati A e B annessi alla legge n. 232/2016, interconnessi al sistema aziendale di gestione della produzione o alla rete di fornitura, a condizione che, tramite gli stessi, si consegua una riduzione dei consumi energetici pari almeno al 3% a livello di unità produttiva localizzata sul territorio nazionale, oppure al 5% a livello di processo produttivo interessato dall’investimento. 

team

Tra i beni immateriali 4.0 di cui all’Allegato B, possono usufruire del credito d’imposta, se specificatamente previsti dal progetto di innovazione, i software, i sistemi, le piattaforme o le applicazioni per l’intelligenza degli impianti che garantiscono il monitoraggio continuo e la visualizzazione dei consumi energetici e dell’energia autoprodotta e autoconsumata, o che introducono meccanismi di efficienza energetica, attraverso la raccolta e l’elaborazione dei dati anche provenienti dalla sensoristica IoT di campo (Energy Dashboarding), a cui è possibile abbinare software relativi alla gestione di impresa.

 

Il credito d’imposta ottenibile è pari al 35 per cento per investimenti fino alla soglia di 2,5 milioni, del 15 per cento per investimenti tra 2,5 e 10 milioni e del 5 per cento per investimenti da 10 a 50 milioni, ma con un meccanismo di premialità, in caso di maggiore riduzione dei consumi energetici, può raggiungere rispettivamente il 45, 25 o 15 per cento.

 

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Inoltre, il conseguimento degli obiettivi di risparmio energetico potrà abilitare le agevolazioni anche sugli investimenti in beni materiali nuovi strumentali all’esercizio dell’impresa finalizzati all’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo, compresi gli impianti per lo stoccaggio dell’energia prodotta. Con riferimento all’autoproduzione/autoconsumo di energia da fonte solare, sono agevolabili esclusivamente gli impianti con moduli fotovoltaici di cui all’ art. 12, comma 1, lett. a), b) e c), D.L. n. 181/2023, ovvero prodotti negli Stati membri dell'Unione europea e con un'efficienza a livello di modulo almeno pari al 21,5 per cento o a livello di cella almeno pari al 23,5 per cento.

 

Non da ultimo, in caso di raggiungimento del risparmio energetico del 3% o del 5%, sono ulteriormente agevolabili le spese per la formazione del personale finalizzate all’acquisizione e consolidamento delle competenze nelle tecnologie rilevanti per la transizione digitale ed energetica dei processi produttivi.

 

L’accesso agli incentivi non è automatico. Le imprese devono presentare al Ministero delle Imprese e del Made in Italy certificazioni ex ante ed ex post. La certificazione ex ante deve attestare la riduzione dei consumi energetici conseguibili tramite gli investimenti, mentre la certificazione ex post deve confermare l’effettiva realizzazione degli investimenti e l’avvenuta interconnessione dei beni.

 

Iren Smart Solutions, driver nella Transizione 5.0

La Transizione 5.0 offre un’opportunità significativa per le imprese italiane di modernizzare i propri processi e strumenti, migliorare l’efficienza energetica e ridurre l’impatto ambientale. Gli incentivi offerti rendono gli investimenti in beni strumentali materiali e immateriali estremamente interessanti, favorendo un incremento del livello di digitalizzazione, di autoproduzione da fonti rinnovabili e di efficienza energetica; elementi necessari per restare competitivi in un mercato globale sempre più incalzante. In questo contesto, Iren Smart Solutions, E.S.Co. certificata UNI CEI 11352 del Gruppo Iren, offre soluzioni integrate e personalizzate per l’efficienza energetica rivolte a condomini, imprese, Pubblica Amministrazione, enti no profit e assistenziali.

 

Forte del know-how tecnologico del Gruppo Iren e di una solida rete di professionisti e fornitori sui territori, Iren Smart Solutions propone soluzioni di efficienza energetica in ottica “global service”, attraverso soluzioni finanziarie e contrattuali personalizzate, offrendo la possibilità di gestione degli impianti e l’integrazione con ulteriori servizi, tra cui il supporto per l’accesso ad incentivi e finanziamenti dedicati, supportando così le imprese anche verso le opportunità offerte dal Piano di Transizione 5.0.


Da sempre Iren Smart Solutions accompagna le imprese nel percorso di consapevolezza dei propri consumi, monitoraggio, diagnosi energetica, riqualificazione impiantistica e di processo, puntando ad individuare le migliori soluzioni di efficientamento per incrementare la propria competitività e sostenibilità.  Gli interventi proposti puntano a ridurre al minimo i rischi operativi e finanziari delle imprese, con alti benefici economici e ridotti tempi di ritorno sull’investimenti. Questo approccio alimenta un modello virtuoso che risponde alle necessità imposte dall’attuale contesto europeo e rende possibile un futuro sostenibile.

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