Le attività preliminari di sperimentazione dell’impianto, che includono sia componenti software che hardware, sono già state avviate e il sistema raggiungerà la piena operatività all’inizio di marzo, con il collegamento alla rete di trasporto. La fase di sperimentazione, che avrà una durata complessiva di due anni, consentirà di testare e perfezionare le tecnologie impiegate, con l’obiettivo di ottimizzare ulteriormente il funzionamento dell’impianto.
L’impianto rappresenta un passo concreto verso un sistema energetico più sostenibile, efficiente e resiliente oltre che un modello virtuoso di economia circolare che rafforza la sicurezza dell’approvvigionamento, valorizza le fonti rinnovabili e apre nuove prospettive per la transizione ecologica dell’intero settore.
L’utilizzo della tecnologia reverse flow, a cui il progetto pilota guidato da Iren apre la strada, è fortemente connesso al biometano, un gas derivato del biogas attraverso un processo di raffinazione e purificazione.
Nel nostro paese, ben il 40% dei rifiuti appartiene alla frazione organica. Sfruttando questi numeri, secondo la Piattaforma Tecnologica Nazionale sul (Bio)metano, l’Italia potrebbe produrre entro il 2030 fino a 8,5 miliardi di metri cubi di biometano. Si tratta del 12-13% del fabbisogno annuo di gas del nostro Paese. Inoltre, con l’energia che se ne ricava, si potrebbero alimentare tutti i mezzi necessari alla produzione stessa del biometano: l’esempio perfetto di quello che si può definire circolo virtuoso, dalla produzione di energia alle modalità di alimentare le infrastrutture necessarie.
Il ruolo del nuovo impianto sarà comprimere e reimmettere nella rete di trasporto nazionale il gas rinnovabile in eccesso nei periodi in cui la domanda di gas nelle reti di distribuzione è inferiore alla produzione, garantendo una gestione continua ed ottimizzata delle risorse: un passo decisivo verso un modello energetico più sostenibile e innovativo.
Si tratta di un cambiamento significativo rispetto al tradizionale sistema gerarchico, che si basa su pochi e grandi centri di immissione e produzione (come i gasdotti internazionali e i rigassificatori), con una distribuzione unidirezionale verso le reti. Il nuovo approccio, che favorisce una rete decentrata di produttori di biometano, collegherà direttamente le piccole realtà locali alle reti di distribuzione, rafforzando la sicurezza e la resilienza degli approvvigionamenti energetici, ponendo le basi per un futuro più autonomo e sostenibile.
Con la sperimentazione e il collaudo di questo impianto, IRETI S.p.A. e IRETI Gas S.p.A. pongono le basi per una transizione energetica più flessibile e sostenibile, pronta ad affrontare le sfide future: il progetto, infatti, punta a testare e perfezionare tecnologie replicabili in altri contesti e si configura come un esempio concreto di come la tecnologia possa non solo ridurre l’impatto ambientale, ma anche ottimizzare la gestione e distribuzione dell'energia, promuovendo innovazione continua e responsabilità verso il nostro pianeta.