Energia

Risparmio energetico: quali sono gli elettrodomestici che consumano di più in stand-by

30 novembre 2022

Limitare i consumi di energia elettrica in casa non significa solo risparmiare in bolletta -  riducendo i costi della spesa familiare - ma anche tutelare la salute del Pianeta limitando le emissioni inquinanti e minimizzando la propria impronta ambientale.

 

Ma come fare per ottimizzare i consumi? Si può partire dai piccoli gesti, ridefinendo abitudini scontate e percepite come innocue ma che, in realtà, possono fare la differenza. Una parte dei consumi energetici delle famiglie, ad esempio, deriva dalle spie degli elettrodomestici che si lasciano in stand-by: ecco di cosa si tratta e come evitarlo.

 

 

Che cos’è la modalità stand-by e quanta energia consuma

I dispositivi che emanano il segnale luminoso- che sia rosso, blu o verde - indicano che non sono spenti del tutto: lasciarli in modalità stand-by, infatti, non significa spegnerli completamente.

 

Questa funzione indica uno stato di riposo e di inutilizzo temporaneo: gli apparecchi in stand-by non sono operativi ma vengono comunque alimentati elettricamente e, in pochissimi secondi, possono passare in modalità operativa. In questa modalità l’energia viene consumata comunque, poiché gli elettrodomestici richiedono energia anche se non svolgono la loro funzione principale e la utilizzano per alimentare i sensori, le spie, i led, i display e gli alimentatori che indicano appunto lo “stato di attesa” del dispositivo. 

 

Secondo l'Enea - Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, in media un singolo dispositivo elettronico in modalità stand-by può consumare da 1 a 4 watt ogni ora, che sulla bolletta si traduce in un consumo pari al 10% della spesa complessiva. Ecco perché, ricordare di spegnere completamente i dispositivi, è una soluzione vantaggiosa non solo dal punto di vista ambientale ma anche economico.

 

donna sul divano con telecomando tv

Stand-by: quali sono gli elettrodomestici più energivori

Non tutti gli elettrodomestici in stand-by consumano corrente allo stesso modo e ognuno incide in maniera diversa sui consumi, anche in modalità stand-by. In pole-position troviamo i condizionatori: anche se inattivi per brevi periodi continuano a richiedere energia. Per i più moderni servono all’incirca 2 watt ma per alcuni modelli ne occorrono fino ad 80.

 

Segue il microonde che richiede fino a 27 watt e la caffettiera elettrica che, in stand-by, necessita di un consumo medio che va dagli 8 ai 15 watt ogni ora.

Altri dispositivi che puntualmente vengono lasciati a riposo sono il televisore e il decoder. Sebbene i consumi siano più bassi rispetto agli altri elettrodomestici - da 1 a 3 watt per la tv e fino a 15 per il decoder - si tratta pur sempre di inutile spreco energivoro.

Lo stesso discorso vale anche per gli schermi dei pc che vengono disconnessi ma solo momentaneamente. In questo caso il consumo è tra i 10 e i 15 watt. Infine, il caricabatteria dello smartphone: assorbe energia sia quando viene lasciato attaccato alla presa, sia quando il telefono ha terminato la carica ma resta ancora collegato.

Per ottimizzare i consumi, è consigliabile caricare il cellulare per la quantità di tempo necessaria e ricordare di staccare il caricabatteria dalla presa di corrente: i caricatori che al tatto sono caldi, stanno sempre consumando energia elettrica. Diversamente non potrebbero sviluppare quel calore.

 

Come facilitare la gestione dello stand-by? Utilizzare una ciabatta multi-presa potrebbe essere una soluzione comoda ed efficiente. In questo modo, basta accendere o spegnere l'interruttore della ciabatta per ottenere il risparmio energetico desiderato.

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