Al depuratore IREN di Mancasale vengono convogliate le acque fognarie di una parte della città di Reggio Emilia e di altri centri della zona pedemontana per essere depurate. La nuova sezione pilota dell’impianto intercetta le acque di scarico del depuratore e le affina a scopo irriguo a beneficio dell'ambiente e delle aziende agricole limitrofe: a un trattamento biologico tradizionale delle acque reflue si aggiungono altri tre fasi di trattamento; la filtrazione a sabbia, il dosaggio dell'acqua ossigenata e la disinfezione con raggi ultravioletti. L’ impianto tratta 1600 metri cubi all'ora e, durante la campagna irrigua da marzo a fine settembre, eroga 7 milioni di metri cubi di acqua. Dunque acqua depurata che sarebbe andata nel Po e che, una volta trattata, viene invece utilizzata direttamente in agricoltura.
L'impianto IREN è nato grazie ai contributi dell'Unione Europea, attraverso i programmi Life Plus Ambiente e ReQpro, ed è stato cofinanziato dalla Regione proprio per capire se era possibile ottenere prestazioni così alte: questa direzione è oggi spinta non solo dalla Regione ma dallo stesso Pnrr. IREN, nel piano industriale @2030, prevede di raddoppiare lo stabilimento e la quantità di acqua erogata ai campi della provincia reggiana con un investimento di 4 milioni di euro: da 7 milioni di metri cubi di acqua all'anno si passerà dunque a 14 milioni direttamente utilizzabili in agricoltura durante la stagione irrigua.