Acqua

A come Acque reflue, come e perché da scarto possono diventare una risorsa preziosa

6 marzo 2024

Le acque reflue sono una risorsa fondamentale per il Pianeta: pur essendo acque di scarico, se depurate, possono far bene all’ambiente e costituire anche un vantaggio economico e sociale.

 

Ciò nonostante in Italia, secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, solo il 56% delle acque reflue è trattato correttamente. Un numero ancora basso se si considera che le acque degli scarichi sono sempre più inquinate da composti chimici sintetici provenienti dall’industria. E ancor più vero se si pensa al possibile riutilizzo delle acque reflue depurate che possono essere impiegate per arginare i danni della siccità sia in campo agricolo che per i consumi dei cittadini: ecco quali sono i benefici della loro depurazione e in che modo le acque reflue possono diventare una risorsa preziosa.

depuratore

Le tipologie di acque reflue e i vantaggi di depurarle

Le acque reflue sono di tre tipi: domestiche, industriali e urbane (ovvero, la combinazione tra quelle domestiche e quelle piovane). Possono essere raccolte attraverso la rete fognaria, in acque superficiali (presenti sulla superficie terrestre, come fiumi, laghi e mari), dal suolo o dal sottosuolo. In tutti questi casi il processo di depurazione, che ha bisogno di un trattamento ad hoc in impianti specializzati, costituisce un vantaggio sociale ed economico.

 

Sociale perché contribuisce a limitare la carenza di acqua e a preservare l’ecosistema. Economico perché la depurazione ha un costo minore rispetto allo smaltimento. Così il costo più basso del riciclo diventa tale anche per i cittadini, che potranno servirsi di acqua di qualità più elevata a un costo inferiore.

Per trattare le acque reflue e renderle adatte per il riutilizzo o il rilascio nell'ambiente senza danni, sono impiegati diversi processi di depurazione. Alcuni dei principali processi di depurazione delle acque reflue includono:

 

  • Trattamento meccanico: questo processo prevede la rimozione di solidi sospesi e materiali grossolani attraverso grigliature e sedimentazione. In questa fase vengono rimossi detriti, carta, plastica e altri materiali non dissolvibili.
  • Trattamento biologico: coinvolge l'uso di microrganismi (come batteri e funghi) per biodegradare sostanze organiche presenti nelle acque reflue. I microrganismi decompongono i contaminanti organici in sostanze meno dannose come anidride carbonica e acqua.
  • Trattamento chimico: vengono utilizzati reagenti chimici per la precipitazione dei contaminanti presenti nelle acque reflue. Questo può includere l'aggiunta di coagulanti per la rimozione di solidi sospesi o la disinfezione per uccidere microrganismi patogeni.
  • Filtraggio: questo processo coinvolge il passaggio delle acque reflue attraverso materiali filtranti come sabbia, carbone attivo o membrane per rimuovere particelle, contaminanti chimici e microrganismi.
  • Trattamento avanzato: in alcuni casi possono essere necessari processi di trattamento più avanzati per rimuovere specifici inquinanti o per raggiungere standard di qualità dell'acqua più elevati. Questi processi possono includere l'ozonizzazione, l'adsorbimento su carbonio attivo, la filtrazione avanzata e la disinfezione con raggi UV.

 

A prescindere dal processo utilizzato, trattare le acque reflue in modo adeguato non solo riduce l'impatto ambientale negativo, ma può anche trasformarle in una risorsa preziosa per l'agricoltura, l'industria e altre attività umane, contribuendo così alla sostenibilità ambientale e alla conservazione delle risorse idriche.

L’esempio di Iren nell’impianto di Mancasale

Iren gestisce 11.291 chilometri di rete fognaria e più di mille impianti di depurazione, di diverse dimensioni, che assicurano alte efficienze depurative, con tecnologie che si adattano alle esigenze del territorio su cui gli impianti stessi sono collocati.

 

Ne è un esempio l’impianto di depurazione di acque reflue di Mancasale (Reggio Emila): realizzato e gestito da Iren, rappresenta il primo impianto in Emilia Romagna per trattamento terziario avanzato delle acque reflue destinate al riuso a beneficio dell’agricoltura.

 

Il progetto è stato concretizzato grazie ai contributi dell’Unione Europea, attraverso i programmi Life Plus Ambiente e ReQpro: si tratta di un polo strategico per il territorio poiché, non solo migliora la qualità delle acque superficiali, ma permette il recupero e il riutilizzo delle acque reflue a beneficio dell’ambiente e delle aziende agricole limitrofe. Nell’impianto di Mancasale entrano le acque delle reti fognarie “miste” della città di Reggio Emilia e dei Comuni di Albinea e Bagnolo in Piano (mediamente circa 2.500 m3 l’ora). Il depuratore si compone di due linee: la “linea acque”, che si occupa del trattamento di depurazione, cioè griglia, depura e, nel caso, affina le acque già depurate prima di rimetterle nei canali irrigui, e la “linea fanghi e gas” che si occupa di trattamento, trasformazione e smaltimento dei fanghi, cioè del materiale che deriva dalle diverse fasi della depurazione. Sono serviti dall’impianto oltre 172.000 abitanti equivalenti composti sia da utenze domestiche che produttive. La sala di telecontrollo, attiva 24 ore su 24, verifica il corretto funzionamento dell’impianto e i suoi parametri funzionali 365 giorni l’anno. Un meccanismo in perfetto equilibrio per assicurare la massima qualità nel recupero delle acque reflue.

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