Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), come ha ribadito il presidente, rappresenta un’opportunità storica per la filiera dell’acqua, per il suo rilancio e il superamento delle criticità. I fondi sono cruciali per il rilancio idrico in Italia anche se, secondo le analisi dell’Osservatorio Valore Acqua di Ambrosetti, non bastano a sanare il gap: ecco perché devono essere un traino per la crescita degli investimenti nella filiera estesa dell’acqua dei prossimi anni. Una priorità non rimandabile, già integrata nel piano di investimenti di Iren al 2030: oltre 2,4 miliardi sono destinati al servizio idrico integrato, per il potenziamento e l’incremento della resilienza della rete. L’obiettivo del Gruppo è quello di passare dal 33% al 20% di perdite idriche al 2030 sull’intero territorio gestito da Iren, attraverso il passaggio dal 56% al 90% di copertura della rete. Questi importanti finanziamenti destinati alla cosiddetta “distrettualizzazione” delle reti permetteranno di individuare i distretti in dispersione e di intervenire su quelli a maggior criticità: un’azione necessaria per consolidare la gestione integrata della risorsa idrica.
Di cosa c’è bisogno dunque? Di sistemi più efficienti che permettano di produrre e stoccare energia verde in modo veloce, pronta per essere usata e per rispondere alla domanda sempre più elevata. Così facendo non solo la transizione ecologica potrebbe permettere di “controllare” la domanda ma anche di arginare la fluttuazione del prezzo dell’elettricità: il risultato sarebbe un mercato più sistematico e meno volitivo, capace di garantire una maggiore stabilità di prezzi.