Come spiegano i dati, è anche il consumo di suolo a rendere le città sempre più calde: nei principali centri urbani italiani, la temperatura cresce all’aumentare della densità delle coperture artificiali, raggiungendo nei giorni più caldi valori compresi tra 43 e 46 °C nelle aree più sature. Ma il consumo di suolo incide anche sull’esposizione della popolazione al rischio idrogeologico: in un solo anno sono oltre 900 gli ettari di territorio nazionale reso impermeabile nelle aree a pericolosità idraulica media. Ciò provoca la costante diminuzione della disponibilità di aree agricole. Il Rapporto analizza l’evoluzione del consumo di suolo in un territorio come quello italiano che presenta delle grandissime differenze a livello regionale.
A livello nazionale, la copertura artificiale del suolo è stimata in oltre 21.500 km2 a cui devono essere aggiunti altri 646 km2 di aree soggette ad altre forme di alterazione diretta associate alla copertura artificiale del terreno e non considerate come causa di consumo, come, ad esempio, le serre non pavimentate e i ponti. Il suolo consumato copre il 7,14% del territorio (7,25% al netto della superficie dei corpi idrici permanenti) con valori in crescita.
I cambiamenti rilevati nell’ultimo anno si concentrano in alcune aree del Paese, rimanendo particolarmente elevati nella pianura Padana, con maggiore intensità nella parte lombarda e veneta (in particolare lungo l’asse Milano-Venezia) e lungo la direttrice della via Emilia. Il fenomeno viene rilevato anche lungo tutta la costa adriatica, dal Veneto alla Puglia e con elevate densità di trasformazione in tratti del litorale romagnolo, marchigiano e in Puglia. Il Salento, in particolare, conferma la tendenza degli ultimi anni con una fortissima
presenza di cambiamenti.
Tre regioni detengono il podio del consumo percentuale maggiore rispetto alle superfici totali: Lombardia (12,16%), Veneto (11,88%) e Campania (10,52%), seguite da Emilia-Romagna, Puglia, Lazio, Friuli-Venezia Giulia e Liguria, con valori sopra la media nazionale e compresi tra il 7 e il 9%. Tra le aree metropolitane più colpite compaiono Roma e Napoli. Inoltre, la maggior densità del consumo di suolo si registra lungo la fascia costiera entro un chilometro dal mare, nelle aree di pianura, nelle città e nelle zone urbane e periurbane.