Green

Materie prime critiche: che ruolo hanno nella transizione ecologica, da dove arrivano e cosa serve per l'approvvigionamento in Italia

19 dicembre 2024

La transizione ecologica, con i suoi obiettivi di decarbonizzazione e sostenibilità, per essere realizzata ha bisogno di specifiche risorse: tra queste ci sono le materie prime critiche. Si tratta di materiali che, indispensabili per la produzione di tecnologie verdi come pannelli solari, batterie per veicoli elettrici e turbine eoliche, rappresentano un pilastro strategico per il futuro. Tuttavia, la loro disponibilità e approvvigionamento presentano sfide globali e locali. 

 

La crescente domanda, dettata dall’accelerazione della transizione verde, rende urgente sviluppare soluzioni per garantire l’approvvigionamento sostenibile delle materie prime critiche. L’Italia, come molti Paesi europei, è fortemente dipendente dalle importazioni, principalmente da Cina, Congo e Sud America. Tuttavia, come già sottolineato dallo studio Iren-Ambrosetti a riguardo, iniziative e progetti di recupero e riciclo possono ridurre questa dipendenza. In questa direzione il Gruppo Iren ha inaugurato in provincia di Arezzo il primo impianto europeo per il recupero di metalli preziosi e materie prime critiche a basso impatto ambientale.

taglio del nastro all'inaugurazione del nuovo impianto per il trattamento dei RAEE di Iren a Terranuova Bracciolini

Un nuovo impianto per il trattamento dei RAEE

Il nuovo impianto Iren -  inaugurato il 20 dicembre a Terranuova Bracciolini alla presenza svolto alla presenza del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin, del Presidente della Regione Toscana Eugenio Giani, dell’assessore all’Ambiente della Regione Toscana Monia Monni, del Sindaco di Terranuova Bracciolini Sergio Chienni, del Presidente di Iren Luca Dal Fabbro e dell’Amministratore Delegato di Iren Ambiente Eugenio Bertolini - è il primo dedicato al trattamento delle schede elettroniche provenienti dai rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, avviando un nuovo e innovativo modello di economia circolare a filiera corta.

L’estensione dell’impianto è di circa 2400 mq e rappresenta un unicum a livello nazionale, in un Paese in cui solo il 30% dei rifiuti elettronici viene recuperato correttamente. Le fasi chiave del processo saranno: estrazione, selezione e recupero di metalli quali oro, argento, palladio e rame, presenti all’interno di schede elettroniche di piccoli elettrodomestici e dispositivi elettronici. A caratterizzare la tecnologia dell’impianto è un processo innovativo di disassemblaggio meccanico e trattamento idrometallurgico appositamente progettati, capaci di estrarre i metalli non nobili per isolare e recuperare così i metalli preziosi e le materie prime critiche.

foto dall'inaugurazione del nuovo impianto per il trattamento dei RAEE di Iren, con il Presidente di Iren Luca Dal Fabbro e il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin

Il trattamento dei RAEE che verrà applicato permette di ridurre il consumo energetico e di produrre una quantità di CO2 tre volte inferiore a quella prodotta nei processi estrattivi tradizionali. Non sono inoltre previsti scarichi idrici di acque industriali: l’acqua usata verrà trattata e quasi totalmente riutilizzata nello stabilimento, mentre le emissioni in atmosfera saranno controllate tramite sistemi di filtrazione e depurazione.

 

L’impianto toscano rappresenta un passo avanti significativo per l’Italia, riducendo la dipendenza dalle importazioni e valorizzando i rifiuti elettronici come risorsa strategica.

Le materie prime critiche sono il cuore pulsante della transizione ecologica, ma la loro gestione richiede un cambio di paradigma verso l’economia circolare. Progetti come quelli di Iren dimostrano che l’innovazione e il riciclo possono trasformare sfide globali in opportunità, contribuendo a un futuro più sostenibile.

 

“Con questo impianto di recupero di metalli preziosi, il Gruppo Iren introduce in Italia un nuovo paradigma di sostenibilità che siamo convinti possa aiutare il nostro Paese a ritagliarsi un ruolo di indipendenza e competitività nel panorama internazionale”, ha dichiarato Luca Dal Fabbro, Presidente di Iren. “Questo traguardo, raggiunto grazie alla vicinanza e supporto degli enti nazionali e locali, risponde agli obiettivi delineati dalla strategia industriale, che individua i suoi pilastri negli investimenti sostenibili e nella creazione di valore per il territorio. In questo senso, la scelta di puntare su quest’area per un impianto di trattamento dei metalli preziosi permette di valorizzare le specificità del Valdarno e del suo tessuto economico e conferma come la Toscana sia per Iren un territorio strategico dove investire, anche attraverso la realizzazione di impianti innovativi come questo”.

Dal Fabbro che tiene un discorso all'evento di inaugurazione del nuovo impianto per il trattamento dei RAEE a Terranuova Bracciolini

Materie prime critiche: cosa sono e a cosa servono

L’impianto di trattamento Raee è particolarmente strategico per l’economia circolare perché i rifiuti elettronici consentono il recupero di materie prime critiche che contengono. Ma di cosa si tratta esattamente? Le materie prime critiche vengono definite così perché sono risorse naturali essenziali per l'industria tecnologica ed energetica, caratterizzate da elevata importanza economica e rischio di approvvigionamento limitato. Tra le materie prime critiche rientrano le cosiddette Terre rare, anche definite con l’acronimo REE (Rare Earth Elements). Si tratta di 17 metalli presenti nella tavola periodica degli elementi chimici, le cui proprietà magnetiche e conduttive ne permettono l’utilizzo in svariati ambiti. Dall’industria elettronica e tecnologica a quella aeronautica e militare.

I Rare Earth Elements permettono la produzione e il funzionamento di oggetti che fanno parte della quotidianità: si possono trovare all’interno degli smartphone, nei touchscreen, nelle lampade, negli hard disk dei computer. Ma sono anche alla base di fibre ottiche e laser, di molte apparecchiature mediche, nelle batterie per le auto elettriche. Costituiscono magneti permanenti, sensori elettrici, convertitori catalitici indispensabili per la produzione di tecnologie green come turbine eoliche e pannelli fotovoltaici. Svariati utilizzi ne testimoniano l’importanza strategica.

Gli studi Iren-Ambrosetti per capire il ruolo delle materie prime critiche

The European House – Ambrosetti, in collaborazione con il Gruppo Iren, ha realizzato degli studi chiave sul tema delle materie prime critiche. Uno di questi è il position paperMaterie prime critiche e produzioni industriali italiane. Le opportunità derivanti dall’economia circolare”.

 

Lo studio ha analizzato il valore delle materie prime critiche nelle produzioni industriali green e ha approfondito le opportunità che l’economia circolare può offrire. Sono stati delineati dieci messaggi chiave indispensabili per il recupero delle materie prime critiche. Partendo dal riconoscimento delle materie prime critiche come materiali di strategica importanza economica si passa poi a definire il ruolo centrale della Cina. La leadership di questo Paese sulle materie prime critiche non si basa solamente sulla produzione domestica e sull’estrazione, ma riveste una posizione fondamentale anche nella raffinazione dei metalli e sugli investimenti in giacimenti minerari in Paesi terzi.

 

Viene anche sottolineato che a un crescente fabbisogno italiano dalle materie prime critiche si deve rispondere con strategie per ridurre la dipendenza da altri Paesi e fornitori.

Per potenziare l’autonomia strategica italiana sarà necessario un incremento della dotazione impiantistica: The European House - Ambrosetti ha stimato che in Italia saranno necessari 7 impianti per riciclare correttamente il quantitativo crescente di rifiuti da qui al 2040.

 

Uno studio più recente - anche questo commissionato da Iren e sviluppato dal gruppo TEHA (The European House Ambrosetti) - è stato presentato durante l’evento “La road map italiana per le materie prime critiche”. Il rapporto mostra la possibilità di ridurre del 30% la dipendenza dalle importazioni di materie prime strategiche, generando al contempo per la filiera un valore aggiunto di oltre 6 miliardi di euro entro il 2040.

Il rapporto, in particolare, individua quattro strategie operative per incrementare la competitività del settore: esplorazione mineraria, partnership internazionali, sviluppo della raffinazione e trattamento, e infine, il recupero dei materiali e l’utilizzo delle materie prime seconde nelle produzioni industriali. Bisogna valorizzare l’economia circolare e migliorare il recupero dei rifiuti elettronici come chiave per accelerare l’autonomia del nostro Paese nell’ambito delle materie prime.

 

Complessivamente questi studi sottolineano come un modello di economia circolare applicato alle materie prime critiche possa rappresentare una risposta concreta alle sfide della transizione ecologica.

Gli studi Iren-Ambrosetti per capire il ruolo delle materie prime critiche

Nonostante il ruolo di primo piano che l’economia circolare riveste nel recupero delle materie prime critiche, come dimostrano gli studi, attualmente il 70% dei RAEE non viene gestito correttamente per la scarsa presenza di centri di raccolta fruibili e a causa della ridotta consapevolezza dei cittadini. Altro propulsore di sviluppo per l’economia circolare è l’utilizzo delle materie prime seconde nelle produzioni industriali.

 

Per tradurre in pratica queste strategie, Iren ha lanciato Rigenerare, un innovativo hub dedicato all'economia circolare delle materie prime critiche e dei metalli preziosi che si candida a divenire punto di riferimento a livello nazionale per la promozione e lo sviluppo sostenibile della catena del valore nazionale delle materie prime critiche e dei metalli preziosi, con l’obiettivo di implementare una strategia per garantirne un approvvigionamento sicuro, diversificato, e sostenibile. Questo centro punta a trasformare i RAEE in una fonte preziosa di materie prime critiche, promuovendo un modello di sviluppo sostenibile.

“Lo sviluppo dell’economia circolare è il perno del percorso di transizione ecologica nazionale”, ha ribadito Dal Fabbro durante l’inaugurazione del nuovo impianto, ricordando l’hub Rignenare: “Iren, con il proprio impegno nella ricerca sulle materie prime critiche profuso attraverso la realizzazione di studi e l’hub RigeneRARE, diventa sempre più protagonista in questa sfida”.

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