Green

Economia 100% circolare entro il 2050, in che modo l’UE intende realizzarla

27 dicembre 2024
  • L’UE punta a un’economia circolare entro il 2050, con il Green Deal e il Piano d’azione per l’economia circolare che promuovono design sostenibile, riduzione dei rifiuti e innovazioni green.
 
  • Misure strategiche includono il diritto alla riparazione, la riduzione degli imballaggi non riciclabili e il rafforzamento del mercato delle materie prime secondarie.
 
  • Iren è protagonista della transizione con impianti come Circular Plastic e Recap e investimenti specifici per l’economia circolare, fissati nel Piano Industriale 2030.

Condivisione, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e dei prodotti: sono questi i principi alla base del concetto di economia circolare. L’obiettivo è estendere il ciclo di vita dei prodotti e ridurre al minimo la produzione dei rifiuti. Questo modello di produzione e di consumo trova una risposta sempre più positiva da parte delle istituzioni europee e viene percepito come soluzione alle emergenze ambientali. La direzione che si vuole prendere e consolidare è quella di un’economia a zero emissioni di CO2, sostenibile dal punto di vista ambientale e completamente circolare entro il 2050.

 

Questo obiettivo rappresenta un pilastro fondamentale del Green Deal europeo, il piano strategico per rendere l’Europa il primo continente climaticamente neutrale. Ma quali sono le azioni e le strategie che l’UE sta adottando per trasformare questo obiettivo in realtà? E come aziende come Iren stanno contribuendo a questo percorso?

Il Green Deal europeo e la strategia della circolarità

La transizione verso un'economia circolare è al centro delle politiche europee per il clima e l’ambiente. Tra le principali iniziative, spicca il Piano d’azione per l’economia circolare, adottato nel 2020. Questo piano mira a:

 

  • promuovere il design sostenibile dei prodotti per migliorarne la durabilità, la riparabilità e il riciclo;
 
  • ridurre i rifiuti, favorendo il riutilizzo;
 
  • sostenere l’innovazione e lo sviluppo di nuove tecnologie verdi;
 
  • rafforzare il mercato delle materie prime secondarie, incoraggiando l’uso di materiali riciclati.

 

Nel percorso verso la neutralità climatica fissata dal Green Deal europeo per il 2050, la Commissione Europea ha intrapreso una serie di iniziative strategiche per accelerare la transizione verso un modello di economia circolare. Già nel marzo 2020, con il Piano d'azione per l'economia circolare, è stato lanciato il primo pacchetto di misure volto a trasformare i processi produttivi e di consumo.

 

Tra le azioni più significative figurano: l’estensione delle normative sull'eco-progettazione, che promuovono l’impiego di prodotti e materiali più sostenibili e durevoli, l’empowerment dei consumatori per facilitare scelte ecologiche consapevoli e l'introduzione di una strategia dedicata ai tessuti sostenibili. Nel novembre 2022 è stato presentato un secondo pacchetto di misure che ha posto l’accento sugli imballaggi. Tra le novità, il miglioramento del design degli imballaggi, l’adozione di etichette più chiare per agevolare il riciclo e il riutilizzo, e il passaggio a plastiche bio-based, biodegradabili e compostabili.

 

A seguire, nel marzo 2023, la Commissione ha introdotto un terzo pacchetto con proposte rivolte a regolamentare le dichiarazioni ecologiche delle aziende, rendendole più trasparenti e affidabili, e a garantire il diritto alla riparazione per allungare la vita dei prodotti.

 

Anche la gestione dei rifiuti è al centro delle politiche dell’UE e ha ricevuto una spinta significativa. Nel luglio 2023, infatti, è stata proposta la revisione della Direttiva quadro sui rifiuti, con un focus particolare sulla gestione sostenibile dei rifiuti tessili e alimentari, due settori con un alto impatto ambientale.

 

Si sono fatti passi avanti anche nella lotta contro le sostanze chimiche nocive: con la revisione, nell'ottobre 2022 da parte del Parlamento europeo, delle norme sui POP (inquinanti organici persistenti). Le nuove regole introducono limiti più stringenti, vietano alcune sostanze pericolose e garantiscono che gli inquinanti siano esclusi dai processi di riciclo.

 

Infine, nell’aprile 2024, il Parlamento europeo ha dato il via libera alla creazione di un sistema di certificazione a livello comunitario per la rimozione del carbonio. Questo strumento mira a migliorare la misurazione delle attività di sequestro? del carbonio e a incentivare tecnologie capaci di immagazzinarlo a lungo termine, contribuendo così a mitigare gli effetti del cambiamento climatico.

 

Le principali aree di intervento includono settori ad alto impatto, come quello tessile, dell’elettronica, delle batterie e dell’edilizia. Inoltre, l'UE sta lavorando sul fronte della trasparenza per creare i passaporti di prodotto digitali, con l'obiettivo di condividere tutte le informazioni rilevanti lungo il ciclo di vita del prodotto. Grande rilevanza è data anche alle iniziative volte a combattere l'obsolescenza programmata per migliorare la durata e incentivare la riparabilità dei prodotti. A tal proposito il Parlamento ha adottato una direttiva nell'aprile 2024. Queste nuove regole mostrano come riparare sia più facile, economico e conveniente rispetto all'acquisto di nuovi.

impianto

Economia circolare, la strategia chiave delle aziende che puntano alla sostenibilità

In Italia Iren è uno degli esempi più significativi di come le aziende possano contribuire alla transizione verso la circolarità. Il Gruppo gestisce diversi impianti dedicati al recupero e alla valorizzazione dei rifiuti.

 

Tra gli esempi più rilevanti ci sono quelli che si occupano del trattamento e riciclo: come Circular Plastic, uno dei più grandi impianti in Italia per la selezione e lo stoccaggio dei rifiuti plastici.  L’impianto - realizzato da Amiat e gestito da I.Blu, società del Gruppo Iren attive nella filiera ambientale e dell’economia circolare - sorge a Borgaro Torinese, in provincia di Torino: da un unico flusso di materiale divide i differenti prodotti, selezionati per tipo di polimero e per colore, inviando agli impianti di riciclo circa l’80% del rifiuto in ingresso, e favorendo così una significativa circolarità attraverso il riuso dei materiali.

ReCap, a Parma, è un altro esempio virtuoso di circolarità: nell’impianto Iren sono lavorate e recuperate 35 mila tonnellate all’anno di plastica e 100 mila tonnellate all’anno di carta e cartone. I rifiuti provenienti dalla raccolta differenziata vengono selezionati producendo calore ed energia elettrica grazie al loro trattamento. Un fiore all’occhiello per il Gruppo, data la potenzialità dell’impianto autorizzata che permette di raggiungere l’obiettivo finale di ReCaP: chiudere l’intero sistema di raccolta e valorizzazione dei flussi di carta, cartone e plastica (raccolti tramite il circuito della differenziata) sulle tre province emiliane di Parma, Piacenza e Reggio Emilia.

 

impianto di riciclo

Il Gruppo Iren adotta il suo approccio strategico che mette al centro lo sviluppo di processi di economia circolare anche con la produzione di biometano. È l’esempio dell'impianto FORSU (Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani) Iren a Gavassa, frazione di Reggio Emilia. Qui la frazione organica dei rifiuti solidi urbani viene trasformata in biometano, una fonte energetica rinnovabile per utilizzi industriali e alimentari. Inoltre, i termovalorizzatori gestiti da Iren di Parma, Piacenza e Torino permettono di recuperare energia dai rifiuti non riciclabili, riducendo il ricorso alle discariche.

Iren investe nell’economia circolare

Il piano industriale 2030 di Iren prevede investimenti per 8,2 miliardi di euro con l’obiettivo di sostenere l’economia circolare e la sostenibilità. Oltre il 70% degli investimenti, pari a 5,8 miliardi di euro, sono indirizzati a progetti che concorrono al raggiungimento dei target di sostenibilità fissati, in particolar modo per supportare la trasformazione a città resilienti, la transizione energetica, la gestione sostenibile della risorsa idrica, grazie alla riduzione delle perdite di rete e l’economia circolare, volta al recupero di materia e di fonti energetiche.

 

L’economia circolare si conferma la bussola del settore ambientale nel quale è previsto un piano d’investimenti di circa 1,6 miliardi di euro. Il 64% dei quali è destinato allo sviluppo impiantistico su filiere innovative (trattamento di fanghi, trattamento frazione organica, smaltimento dei pannelli fotovoltaici, gestione dei RAEE, trattamento dei rifiuti liquidi, TMB). Il 36% degli investimenti, invece, è indirizzato all’attività di raccolta per lo sviluppo territoriale, con l’incremento della raccolta differenziata, il miglioramento della qualità del servizio a cui sarà accompagnato un efficientamento dei costi, anche attraverso l’adozione di processi di raccolta dei rifiuti urbani automatizzati.

La strada circolare verso il 2050

Il percorso verso un’economia circolare richiede un impegno congiunto da parte di governi, aziende e cittadini. L’UE continuerà a guidare questa trasformazione con politiche e investimenti mirati, ma il contributo di realtà locali e aziende come Iren sarà cruciale per raggiungere il traguardo del 2050.

 

L’economia circolare non è solo una necessità ambientale, ma anche un’opportunità economica che genera nuovi posti di lavoro, promuovendo innovazione e sostenibilità.

Adottare un approccio che mette al centro l’economia circolare rappresenta per le imprese un’opportunità strategica per stimolare la crescita economica. Questo modello permette un utilizzo più efficiente delle risorse, prolungando la vita utile dei prodotti e favorendone il ricondizionamento al termine del loro ciclo di utilizzo, con il vantaggio di ridurre i costi operativi. Inoltre, questi principi promuovono innovazione nelle decisioni aziendali, rendendo le catene di approvvigionamento più resilienti, grazie alla riduzione delle distanze nelle filiere e a una maggiore trasparenza dei processi.


La transizione verso un’economia circolare entro il 2050 rappresenta una sfida epocale, ma anche un'opportunità unica per ridefinire i modelli di produzione e consumo. Con un mix di politiche ambiziose, investimenti mirati e la collaborazione di tutti gli attori coinvolti, l'Europa può diventare un esempio globale di sostenibilità e innovazione.

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