I sistemi di intelligenza artificiale potrebbero sia ridurre le emissioni globali che aumentare la domanda energetica. L’efficacia dipenderà da strategie per ottimizzare l’uso dell’energia e da un’adozione responsabile delle tecnologie emergenti. Bilanciare sostenibilità e innovazione, infatti, richiede scelte strategiche. Da un lato, serve uno sforzo collettivo per migliorare l’efficienza energetica dei data center, utilizzare energia rinnovabile e sviluppare modelli di intelligenza artificiale meno energivori. Dall’altro, è necessario promuovere un’adozione responsabile dell’AI che si ponga obiettivi concreti di sostenibilità.
In questa direzione va, ad esempio, una delle sfide lanciate dal Gruppo Iren in occasione dell’ESG Challenge 2025, che include l’utilizzo responsabile dell’AI tra i pilastri per costruire un futuro sostenibile. La rivoluzione sostenibile si intreccia con quella tecnologica dell’intelligenza artificiale. Se, da un lato, promette di favorire la misurazione e la diffusione dei dati, dall’altro presenta nuove sfide di sostenibilità. Oltre al fatto che l’AI comporta costi ambientali e sociali (per quanto non immediatamente visibili), si apre il discorso dei rischi di verifica, di bias ripetuti, di eticità.
La sfida che si pone Iren è di promuovere l’adozione (interna ed esterna all’impresa) di una Responsible Artificial Intelligence (Rai), ovvero un approccio volto ad allineare l’utilizzo dei sistemi di Artificial Intelligence con lo scopo e i valori dell’azienda (purpose and values), o con quelli di sistema. Così da ridurne i rischi, pur sfruttandone le potenzialità, garantendo un impatto aziendale innovativo.