Innovazione

Iren nel "Nature Positive Network", nato per unire le imprese impegnate in azioni a favore della natura

3 luglio 2024

Il 17 giugno scorso è stata approvata la Nature Restoration Law, la legge per il ripristino degli habitat degradati in Europa. Le misure individuate hanno l’obiettivo di ridare vita a una natura degradata dall’azione umana, con lo scopo di garantire a lungo termine i servizi ecosistemici da cui dipende la qualità della vita.

 

È proprio a ridosso dell’approvazione della Nature Restoration Law da parte del Consiglio europeo che nasce il Nature Positive Network di cui il Gruppo Iren fa parte: ecco cosa prevede.

ragazza

Che cos’è il Nature Positive Network

Nature Positive Network è il network italiano di imprese impegnate concretamente in azioni a favore della natura. Questa rete nasce per iniziativa della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile e dell’Autorità di Bacino Distrettuale del Po. Il Network intende contribuire alla diffusione in Italia di un’economia basata sulla protezione della natura, capace di migliorare lo stato di conservazione degli ecosistemi e l’adattamento del nostro territorio ai cambiamenti climatici, creando le condizioni per un’economia più resiliente e competitiva.

 

Il Gruppo Iren ne fa parte e sono già 21 le aziende che hanno deciso di aderire al Nature Positive Network. Tra queste ci sono: 3Bee, A2A, Alce Nero, Carbonsink, Chiesi Farmaceutici, Davines Group, Ecomondo-IEG Group, Ferrovie dello Stato, Fondazione Caetani, Fondazione Capellino, Fondazione Cariplo, greenApes, Gruppo Iren, Gruppo Saviola, Lombard Odier, Lush, Mutti, Nativa, Novamont, Palm, Simbiosi. L’obiettivo è estendere questa iniziativa a livello nazionale.

Cosa significa essere parte del Nature Positive Network

I progetti portati avanti dal Network si basano su buone pratiche attuate grazie al supporto di privati. Si tratta di progetti il cui obiettivo prevalente è l’aumento dello stato di salute degli ecosistemi, con interventi che hanno ricostituito habitat originari e migliorato l’idoneità del territorio per specie rare o con popolazioni in declino.

 

Il Network organizza attività di sensibilizzazione e divulgazione, realizza ricerche, raccoglie e fa conoscere documentazione tecnica e casi di successo nazionali e internazionali, supporta le imprese nell’identificazione di azioni concrete di ripristino di sistemi naturali e di tutela della biodiversità, fa dialogare e connette i privati e gli enti di gestione del territorio sulle iniziative di ripristino della natura.

 

La crisi ecologica mette a repentaglio la stabilità dell’economia mondiale. In questo scenario, diversi governi e numerose imprese si stanno impegnando a transitare verso un’economia nature-positive e questo è quello che fa anche il Nature Positive Network: fermare la perdita di biodiversità e invertirne la rotta.

Espandere il Network, a partire dal Distretto del Po

Il Nature Positive Network opererà inizialmente nel Distretto del Po, un’area caratterizzata da grandi risorse a livello naturalistico e paesaggistico. L’obiettivo delle iniziative di ripristino della natura è aprire un dialogo propositivo e costruttivo tra privati ed enti di gestione del territorio e mettendo in relazione le imprese.


“Iniziare dal Distretto del Po, significa prendere in considerazione il grande corridoio ecologico che unisce le Alpi agli Appennini e poi al mare, lungo il quale si distribuiscono 5 Riserve MAB Unesco (ossia iscritte al programma Uomo e Biosfera), 420 aree protette locali, regionali e nazionali, 684 siti della rete Natura 2000. Ma che al contempo è anche una delle zone più densamente popolate d’Europa e in cui si concentrano alcune delle maggiori realtà produttive nazionali. Qui vengono generati oltre il 40% del PIL nazionale e il 55% della produzione idroelettrica, è presente più della metà dell’industria zootecnica nazionale e si realizza circa il 35% della produzione agricola del nostro Paese. Un ambito in cui gli effetti negativi degli eventi estremi creano sempre più spesso ingenti danni alle persone e alle economie, inducendo a una riflessione sulla necessità di ripensare le strategie di gestione del territorio adattandole a condizioni generali profondamente mutate a causa dei cambiamenti climatici. E in questo scenario, le soluzioni basate sulla natura possono portare benefici multipli”, ha dichiarato Alessandro Bratti, segretario generale dell’Autorità distrettuale del Fiume Po.

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